Associazione Culturale
Il Frentano d’Oro
Edizione XII del 2009 al Musicista Cicci Santucci, 26 settembre 2009.
Musicista, Autore di una notevole produzione discografica. Noto nel mondo, soprattutto agli appassionati di jazz sia come compositore sia come interprete. Maestro eclettico.
RASSEGNA STAMPA LOCALE.
Abruzzo Oggi, Paola Santacroce.
Viaggia sulle note profonde, trascinanti, sfrenate del jazz quest’anno il “Frentano d’Oro”.
È il compositore Cicci Santucci, classe 1939, nascita lancianese, la scelta 2009 dell’omonima associazione che dal 1998 premia i frentani illustri, quelli che fanno parlare il mondo per i loro meriti nelle arti, nella scienza, cultura e professioni.
“Un nome segnalato dal noto compositore Ennio Morricone”
spiega il Presidente Ennio De Benedictism
“ha suonato per me in maniera indimenticabile… prestazione artistica unica… e poi: A Tame! (di Almodovar), La leggenda del pianista sull’oceano (di Tornatore), Bugsy (di Barry Levinson)… solo per citare alcuni esempi”.
Accolta con entusiasmo la proposta dal Comitato dei Garanti (gli insigniti delle passate edizioni) la cerimonia di consegna del premio a Cicci si terrà sabato 26 settembre alle 18 sul palco del Fenaroli.
La storia di Santucci musicista, racconta De Benedictis, parte dalle prime esperienze a Lanciano, quando dodicenne muove i primi passi con i fratelli Marincola.
E dalla formazione del Conservatorio di Roma una vicenda artistica che si lega ai più prestigiosi palcoscenici e collaborazioni nel panorama musicale internazionale.
Né si adagiò sui natali “importanti” (il nonno materno Umberto Torrieri, fondatore del noto calzificio, il padre, nobile di Navelli), preferendo il percorso della “gavetta” per esprimere il suo talento.
Di strada e di produzione discografica ne ha fatta Santucci, oggi residente nel
Massachusetts, apprezzato in tutto il mondo e in particolare nella New Orleans, patria del jazz.
Curiosità: tra i suoi sostenitori, Maria Scicolone che per telefono ricordava le parole sentite di Romano Mussolini con cui collaborò il musicista frentano:
“una scelta eccezionale, Romano me ne parlava tanto”.
La cifra distintiva del riconoscimento, l’anno scorso attribuito all’umorista Lucio Trojano, la ribadisce De Benedictis:
“un premio unico che va a coloro che dopo la loro morte continueranno a vivere per ciò che lasciano”.
Poi cita solo alcuni dei precedeni assegnatari: Mario Ceroli, grande Maestro e Scultore, quello del cavallo alato di Saxa Rubra a Roma, l’illustre Economista Marcello De Cecco, il Costituzionalista Alessandro Pace…”.
Ma il tempo stringe e occorrerebbe sostenerlo finanziariamente questo Frentano d’Oro.
lL CENTRO, Daria De Laurentis.
Il “Frentano d’Oro” è Cicci Santucci.
Il jazzista premiato per i suoi successi internazionali Il Musicista segnalato alla giuria da Ennio Morricone Il “Frentano d’Oro 2009” arriva dal mondo delle note, dalla musica: il lancianese Cicci Santucci.
Ad indicare il jazzista di fama mondiale al Direttivo dell’Associazione “Il Frentano d’Oro” è stato Ennio Morricone.
“Cicci Santucci ha suonato con me numerose volte traducendo in suoni bellissimi e affascinanti ciò che avevo scritto per lui”, scrive Morricone nella lettera inviata all’Associazione, citando alcune colonne sonore di film con i suoi assoli di tromba, come “la leggenda del pianista sull’oceano”. “A tame” di Almodovar.
“Con una segnalazione di Morricone e vista la carriera di Santucci non potevamo non assegnargli la XII edizione del Premio”
commenta Ennio De Benedictis, ideatore del riconoscimento.
Santucci, nato a Lanciano il 21 aprile 1939, è nipote di Umberto Torrieri, fondatore dello storico Calzificio frentano e discendente di una nobile famiglia, che un tempo furono i Signori di Navelli.
“Il Maestro che vive in Massachussetts”, aggiunge De Benedictis, “seppure avesse avviata una carriera imprenditoriale, scelse di dedicarsi alla sua passione, la Musica”.
Nel 1955 si trasferì a Roma, poi in America”.
Compositore, solista di tromba nell’Orchestra Rai per 22 anni, Santucci ha all’attivo numerosi album.
La consegna del premio avverrà il 26 settembre alle 18 al Fenaroli.
IL MESSAGGERO, Mario Giancristofaro.
I grandi eventi sopravvivono!
Estate musicale, Frentano d’Oro, Mastrogiurato.
Con la crisi che incombe, il terremoto, i finanziamenti tagliati, che fine hanno fatto importanti manifestazioni culturali della città, come l“Estate Musicale Frentana”, il Premio “Il Frentano d’Oro”, la rievocazione storica del Mastrogiurato?
Con difficoltà, ma sopravvivono, senza la grandiosità di prima, ma non hanno ammainato la bandiera.
Ieri mattina, gli organizzatori delle prime due iniziative hanno illustrato quello che bolle in pentola. Vediamo…
Il Frentano d’Oro. Il Premio nazionale che arriva alla 12ª edizione, quest’anno sarà assegnato al Maestro Cicci Santucci, trombettista di fama mondiale, lancianese che vive in America.
“La scelta – dice il Presidente Ennio De Benedictis – rispetta pienamente il significato del Premio: offrire un riconoscimento a una persona nata nella Frentania, ma che si è affermata altrove, dando lustro alla propria Terra di origine e conservandone contatti e ricordi”.
La cerimonia di premiazione si terrà al Teatro Fenaroli il 26 settembre.
IL TEMPO, Elisabetta Gaeta.
Frentano d’Oro al Compositore Cicci Santucci. Un altro nome di rilievo per il Frentano d’Oro 2009, il Premio istituito grazie all’intuizione di Ennio De Benedictis, che quest’anno, giunge alla XII edizione, andrà al grande Compositore Cicci Santucci.
La cerimonia di consegna, promossa dall’omonima Associazione, ci sarà il 26 settembre alle h. 18.00, al Teatro Fedele Fenaroli.
Tra i musicisti jazz più apprezzati al mondo, l’oriundo lancianese, nei suoi assoli di tromba, vanta collaborazioni con Ennio Morricone, con il compianto Romano Mussolini, duetti con Enzo Scoppa e performance con i mostri sacri Tony Scott e Dario Rosciglione.
Nato a Lanciano nel 1939 discende da una famiglia di industriali: il nonno materno fu fondatore del calzificio Torrieri; per parte paterna invece, discende dalla nobile famiglia Santucci di Navelli proprietaria del Castello. Nel 1955 si trasferisce a Roma con la famiglia dove prosegue gli studi.
Oggi vive e lavora in Massachusetts.
jazzitalia.net.
http://www.jazzitalia.net/VisEvento.asp?ID=44408#.Y9_yBfjMLcs
Il grande Maestro Cicci Santucci inizia lo studio della tromba all’età di 13 anni e dopo pochi mesi suona in gruppi locali.
Il suo debutto fu nel 1956 per il “Festival Nazionale del Jazz” tenuto al Teatro Quirino di Roma. Forma insieme ad Enzo Scoppa un quintetto divenuto storico per la modernità, partecipando ad innumerevoli festival e concerti in Italia e in Europa.
Nel 1960 si diploma in tromba col massimo dei voti presso il Conservatorio di Foggia.
Nel 1970 vince il Concorso per il posto di Solista jazz nell’Orchestra della RAI-TV di Roma, dove rimane per 22 anni. Nello stesso anno prende il diploma per arrangiatori ottenuto per corrispondenza con la Berklee School of Music in Boston (USA).
Nel 1972 studia Composizione con Daniele Paris, e nel 1973 vince la Cattedra di Tromba presso il Conservatorio di Frosinone.
Spesso viene chiamato per “clinics” di improvvisazione jazz in molte Scuole di Musica.
Nella sua lunga carriera ha suonato, oltre che con tutti i migliori Musicisti italiani e europei, con grandi Musicisti internazionali come: Gato Barbieri, Lionel Hampton, Johnny Griffin, Kenny Clarke, Dexter Gordon, Gil Evans, George Russell, Frank Rosolino, Lee Konitz, Archie Shepp, Louis Bellson, Benny Golson.
Nel 2003 riceve il premio “Maiella” e ora, nel 2009 il Premio “Frentano D’Oro” a Lanciano.
Grazie, Cicci, Stefano Graziani.
Nel 2009, il M° Cicci Santucci prepara per il mio sito di cultura varia, la musica di sottofondo,
“That’s what friends are for”, di Burt Bacharach.
https://www.daddydoctorgym.com/iniziative/grazie-al-maestro-cicci-santucci-3633.html
ALBO D’ORO dei GARANTI.
I Edizione 1998: Maestro MARIO CEROLI, Scultore, conosciuto in tutto il mondo e definito dalla critica internazionale il moderno Leonardo, che trasforma in arte i più umili elementi della natura. Alla cerimonia hanno partecipato in veste di relatori i critici d’arte Prof. Domenico Policella e lo studioso di Etnia Frentana Padre Gian Maria Polidoro Frate della Porziuncola Madonna degli Angeli di Assisi.
II Edizione 1999: Prof. MARCELLO DE CECCO, insigne Economista, Professore ordinario di Economia Monetaria, Storico ed Editorialista di prestigiose testate di giornalismo economico. Alla cerimonia hanno partecipato in veste di relatori il Prof. Luigi Spaventa, già Ministro del Tesoro ed il giornalista Paolo Gambescia.
III Edizione 2000: Prof. ALESSANDRO PACE, eminente Costituzionalista, Professore ordinario di Diritto Costituzionale. Alla cerimonia sono intervenuti come relatori il Prof. Leopoldo Elia emerito Presidente della Corte Costituzionale ed il Prof. Carlo Mezzanotte, Giudice Costituzionale.
IV Edizione 2001: Ing. GUERRINO DE LUCA, Amministratore Delegato e Direttore Generale della “Logitech International”, leader mondiale dell’alta Tecnologia. Alla cerimonia è intervenuto come relatore dagli Stati Uniti l’Ing. Enzo Torresi “Venture-Capitalist”, fondatore delle più prestigiose aziende americane di informatica.
V Edizione 2002: Maestro DONATO RENZETTI, Direttore d’Orchestra, nome tra i più insigni nel panorama concertistico nazionale ed internazionale. Alla cerimonia sono intervenuti quali relatori: il Prof. Walter Tortoreto Direttore dell’Istituto di Musica della Università degli Studi dell’Aquila ed il Prof. Piero Rattalino, Direttore artistico del Teatro Massimo di Catania.
VI Edizione 2003: Prof. DOMINIK SALVATORE, Economista, Professore Universitario alla Fordham University di New York, Consulente Economico delle Nazioni Unite, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale. Alla cerimonia di consegna del premio sono intervenuti quali relatori il Prof. Carlo Pace, Presidente di Sviluppo Italia ed il Prof. Carlo Secchi, Magnifico Rettore della Università Bocconi di Milano.
VII Edizione 2004: Prof. TAZIO PINELLI, Professore Ordinario di Fisica Nucleare presso l’Università di Pavia, divenuto famoso nel mondo per avere condotto con la collaborazione dei Fisici Nucleari della stessa Università una lunga ricerca dedicata allo sviluppo di una originale terapia per la cancerosi diffusa negli organi umani mediante un innovativo trattamento con neutroni. Alla cerimonia sono intervenuti come relatori il Prof. Alberto Gigli Berzolari, già Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, emerito Rettore della Università di Pavia ed il Dott. Stefano Graziani, chirurgo presso l’Ospedale “Renzetti” di Lanciano.
VIII Edizione 2005: Prof. DOMENICO de ALOYSIO, Professore Ordinario e Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica presso la Università di Bologna. Relatori il Prof. Francesco Antonio Manzoli, Professore Ordinario di Anatomia Umana Normale della Università di Bologna e la Prof.ssa Maria Luisa Altieri Biagi, Professore Ordinario di Storia della Lingua Italiana, Accademica effettiva della Crusca e dell’Istituto delle Scienze dell’Università di Bologna.
IX Edizione 2006: NICOLA CERRONE, Maestro dell’Arte orafa, creatore di gioielli, la cui eleganza e raffinatezza di stile, fanno delle sue “Creazioni” delle vere e proprie opere d’arte. Alla cerimonia sono intervenuti come relatori l’Avv. Prof. Gerardo Brasile, noto storico e critico d’arte ed il Dott. Domenico Maria del Bello, Ispettore Archivistico Onorario per l’Abruzzo.
X Edizione 2007: Professor ENIO MARTINO, Professore Ordinario di Endocrinologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università di Pisa e Direttore del Dipartimento di Endocrinologia e Metabolismo della Clinica Universitaria. Relatori i Proff.: Giulio Giordano e Gaetano Lombardi, Docenti universitari.
XI Edizione 2008: Dottor LUCIO TROJANO, umorista-grafico di fama internazionale, autore di numerosi pubblicazioni e vincitore di prestigiosi premi nazionali ed esteri. Relatori: la Principessa Delfina Metz, scrittrice ed il Dott. Ennio Bellucci, Giornalista RAI.
Il pensiero di Ennio De Benedictis.
Il Jazz è una musica che non puoi limitarti ad ascoltare. La vivi intensamente.
E chi suona il Jazz, comunica non soltanto il messaggio di chi le note le scrive,
ma anche le emozioni di chi le riproduce.
E per questo modo di rappresentarsi del Jazz, che se ne riconosce immediatamente l’interprete, soprattutto quando, come nel caso di Cicci Santucci, lo stile è inequivocabile.
A ciò deve aggiungersi che la sua eccezionale sensibilità riesce sempre ad esprimersi in una mirabile sintesi tra quanto egli sa recepire dal pentagramma ed il suo personalissimo ed avvincente linguaggio che caratterizza le sue improvvisazioni, il che lo colloca tra i più autorevoli Interpreti del Jazz in Italia, riuscendo ad esprimere nella musica il rigore puntuale e tenace degli abruzzesi.
La passionalità della sua musica, ti coinvolge in un messaggio essenziale che
rifiuta ogni vana retorica espressiva, come i canti della sua Terra.
E’ alle emozioni che comunica con la sua tromba, è alla sua fedeltà alle proprie
origini che si vuole tributare un dovuto riconoscimento con l’attribuzione a Cicci
Santucci del Premio “Il Frentano d’Oro 2009”
Presentazione del Giornalista Mario Giancristofaro.
Forse perché mi porto dentro il rammarico di non suonare neppure uno dei tanti strumenti musicali che pure tanto mi affascinano. E mi stupisce il fatto di non aver mai capito se ciò avvenga per svogliatezza o per paura di contaminare, con mani inesperte, la dolcezza infinita dei suoni che da essi vengono fuori.
Certo è che nei confronti, non solo dei Musicisti veri, ma anche di chi si presti a “strimpellare” una semplice chitarra, avverto sempre un senso di ammirazione.
Beh, ci vorrebbe un Freud per spiegare queste cose, ma io, da cronista di provincia, non mi curo della psicanalisi, e i miei pensieri sulla musica e sui Musicisti mi piace tenermeli dentro, inseguirli magari in qualche notte insonne e il non venirmi a capo, tutto sommato, mi soddisfa.
Questo per dire che la scelta di premiare col “Frentano d’oro 2009” un Musicista mi rende particolarmente orgoglioso di far parte del gruppo che porta avanti la manifestazione con tanta dedizione da ormai dodici anni.
Mi sembra come di colmare un vuoto, di dare un significato a un amore, come quello che ho per la Musica, sempre sentito, ma stranamente mai coltivato abbastanza.
Se poi, come avviene quest’anno, il Premiato si chiama Cicci Santucci, Maestro compositore, jazzista di fama mondiale, la soddisfazione è come una frustata di soddisfazione. No, Cicci Santucci non è un mio amico.
Pensate che neppure quelle volte che ha suonato nella sua, e nella mia Lanciano mi sono avvicinato a lui, magari col pretesto di una intervista per il giornale, “Il
Messaggero”, su cui scrivo.
Ma Cicci Santucci è un grande della Musica e porta il nome di Lanciano nel mondo, e allora l’amicizia non conta: i grandi sono grandi e basta.
Altri, in questa pubblicazione, diranno a pieno titolo della valenza artistica di Cicci Santucci, delle note della sua tromba che hanno immortalato colonne sonore indimenticabili. E poi, se, come si può leggere in questo testo, su di lui si è espresso in termini entusiastici uno come Ennio Morricone, cos’altro si potrebbe aggiungere?
Voglio solo testimoniare di quella sera di qualche mese fa, quando con Cicci Santucci sono stato addirittura a cena, e ci siamo dati subito del ”tu”, come se ci conoscessimo da sempre. Il tramite è stato Ennio De Benedictis, a cui si deve nascita e vita del “Frentano d’Oro”.
Racconta, Cicci Santucci di personaggi che hanno fatto la storia della Musica, che sono suoi amici, che hanno suonato con lui e vissuto le sue stesse emozioni, con le parole semplici che solo gli Artisti veri sanno trovare.
Tu ascolti, intervieni, dici la tua e ti sembra di dare seguito a un discorso avviato chissà da quanti anni.
Lanciano, l’infanzia, la prima giovinezza, Roma, le grandi orchestre, i film famosi, gli attori, i registi, l’America: si dipanano le immagini di una vita intensa, ma tutto scorre sul filo della semplicità.
Un brivido scuote Cicci Santucci solo quando rivela la gioia che gli procura il ricevere un Premio dalla sua Gente, dalla Terra che porta sempre nel cuore.
E allora capisci che scelta migliore non si poteva fare per assegnare “Il Frentano d’Oro 2009”.
Dice il presidente De Benedictis che questo è un Premio immortale perché
va a persone che lasciano opere immortali.
Indiscutibile verità: basta guardare l’Albo dei Premiati. Il nome di Cicci Santucci si aggiunge a quelli dello Scultore Mario Ceroli, l’Economista Marcello De Cecco, il Costituzionalista Alessandro Pace, il Manager dell’informatica Guerrino De Luca, il Direttore d’Orchestra Donato Renzetti, l’Economista Dominik Salvatore, il Fisico Tazio Pinelli, il Ginecologo Domenico de Aloysio, il “Re dei diamanti” Nicola Cerrone, l’Endocrinologo Enio Martino, l’Umorista grafico Lucio Trojano.
Signori, giù il cappello!
TESTIMONIANZE: Ennio Morricone, Renzo Arbore, Gerardo Brasile, Franco Califano, Enrico Cogno, Marcello De Cecco, Gianni Ferrio, Mario Marincola, Donato Sciarretta, Maria Scicolone, Roberto Pregadio.
Ennio Morricone.
Mi preme ricordare che Artista è Cicci (Giovanni) Santucci. Lui ha suonato con me numerose volte traducendo in suoni bellissimi e affascinanti ciò che avevo scritto per Lui. Sì, solo per Lui.
Perché la musica scritta ha bisogno di essere suonata e interpretata altrimenti rimane sulla carta. Lui ha suonato per me in maniera indimenticabile.
Cito alcuni esempi (ma non sono tutti):
A Tame! (di Almodovar)
La leggenda del pianista sull’oceano (di G. Tornatore)
Bugsy (di Barry Levinson) e molti altri.
Sempre all’altezza di una prestazione artistica unica. Dovrò sempre ringraziarlo quando lo incontrerò.
Ennio Morricone, Roma, 2 febbraio 2009.
Renzo Arbore, Presidente di Umbria Jazz.
CICCI SANTUCCI è un punto di riferimento sicuro per tutti gli appassionati di jazz italiani della nuova e della vecchia generazione, come il sottoscritto.
Santucci ha attraversato con la sua tromba periodi fondamentali della storia del
jazz, ispirandosi ai quali ha sviluppato uno stile personale basato sul coefficiente più importante per un jazzista di razza che è l’ispirazione.
Il suo famoso quintetto con il sassofonista Enzo Scoppa rimane fondamentale nella storia del jazz italiano; un gruppo assolutamente prezioso nella vita difficile del nostro jazz di quegli anni.
Un periodo “eroico” di cui Cicci Santu ci è stato protagonista con la sua bravura, con il suo stile, con il suo istintivo talento.
Oggi il jazz italiano ha molti bravissimi epigoni e musicisti di qualità, ma tutti sono debitori dei grandi Maestri che hanno divulgato e animato il jazz di casa nostra. Come appunto, Cicci Santucci. A cui va il mio caloroso applauso.
Avv. Gerardo Brasile, Presidente Associazione Amici del Jazz.
Nell’ambito del Jazz, più ancora che per altra musica, sembra oggi costituire operazione quasi obbligata la ricerca minuziosa e talvolta anche puntigliosa, delle caratteristiche distintive di ogni Musicista, oltre che per la appartenenza ad un genere, anche per il suo stile, i suoi moduli espressivi, la sua originalità, vera o presunta che essa sia.
Nei riguardi di Cicci Santucci, jazzista di altissimo livello internazionale, tale operazione non ritengo proponibile, poiché risulterebbe manchevole e soprattutto riduttiva. La sua statura di musicista non può essere colta, infatti,
se non nella sua versatilità.
Si badi bene: se si affermasse, ad esempio ed un po’ banalmente che Cicci Santucci nella musica è sempre attuale, non gli si renderebbe merito e lo si confinerebbe in una dimensione di schemi ripetitivi o immobilistici, che certamente non gli sono congeniali. Direi, piuttosto, che il suo grande pregio
quello di sapere proporre il suo linguaggio musicale, quali che siano le circostanze o le forme nelle quali egli si esprime, in modo sempre vivo nel contesto contemporaneo, riuscendo quindi ogni volta ad interpretare e recepire istanze, sensazioni ed emozioni di ogni tempo.
Ascoltandolo, ci è possibile cogliere l’eco di antichi classici del Jazz in sintonia con sfumate citazioni di tendenze più recenti; e ciò non è certamente il risultato di studio al tavolino, ma è sintesi di profonda Cultura musicale, che si duttilizza e si arricchisce nella spontaneità di un linguaggio che sa essere insieme maturo ed
avvincente.
Le numerose e pur prestigiose testimonianze rivolte a ricordare molto lusinghieramente Cicci Santucci, per chi, come il sottoscritto, segue da decenni il mondo del Jazz, finiscono quasi per essere soltanto corollari.
Infatti per qualsiasi cultore del genere, modesto o illustre che sia, sul nome di Cicci Santucci non mette conto il discutere: lui è un Grande; e tale affermazione appartiene alle certezze e quasi alla ovvietà.
Ritengo tuttavia importante porre in rilievo in quali termini più volte Ennio Morricone, sempre un po’ schivo nei suoi giudizi, si sia espresso nei riguardi di Cicci Santucci; ciò in quanto il sommo Maestro, incondizionatamente apprezzato da ogni settore dell’universo musicale, ha ritenuto di indirizzargli non semplicemente il suo elogio, ma tutta la sua profonda ammirazione.
E sarei tentato, un po’ sul filo del paradosso, di definire Cicci Santucci quasi un…
Ennio Morricone del Jazz!
Ricordo a Lanciano, negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, Cicci, appena adolescente, ascoltare rapito ed ammirato lo swing pulito ed essenziale di Vincenzo Biondi al pianoforte, testimonianza quasi unica all’epoca, nella nostra Città, della espressione jazzistica, ovvero di quella musica che gli avrebbe poi riservato tanti successi.
Ricordo anche i genitori di Cicci, legati ai miei da cara e vecchia amicizia.
La sua famiglia materna apparteneva alla cultura ed alla borghesia imprenditoriale lancianese; il genitore, avvocato Girolamo, illustre Professionista nella capitale (fu, tra l’altro, tra i fondatori della Cassa Nazionale Forense) era di insigne ed antica
stirpe, da secoli legata alle vicende storiche d’Abruzzo.
Chi tuttavia nella provenienza di Cicci dalla altra borghesia illuminata pensasse di poter ravvisare una qualche remora per la libera espressione dell’Artista, ovvero quasi un ingombrante viatico di perbenismo, cadrebbe senz’altro in errore. Riterrei, al contrario, che proprio la condizione e la cultura di origine abbiano per lui costituito un presupposto di equilibrio, di certezza nelle verifiche e nelle scelte, di ricerca di consapevolezza nelle proposte, che hanno certamente arricchito anche la personalità del Musicista.
Oggi noi tutti che lo apprezziamo, lo stimiamo e gli vogliamo bene, idealmente e coralmente insieme gli conferiamo il prestigioso Premio “Frentano d’Oro” e soprattutto lo ringraziamo; gli diciamo:
“grazie di cuore per la bella musica che ci ha dato e ci darai.”
Franco Califano.
Il mio amico Cicci. Al solo nominarlo mi commuovo… Io e Cicci Santucci ci conosciamo sin dai tempi, tanto meravigliosi quanto irripetibili, della RCA.
Erano gli anni in cui la musica fiammeggiava di creatività e veniva prodotta una gran mole di composizioni dal valore straordinario.
Nel corso della mia carriera, ho avuto la possibilità di collaborare con tanti Musicisti, italiani ed internazionali, alcuni dei quali hanno partecipato alla realizzazione dei miei Album, altri hanno condiviso con me il palcoscenico in Tournées.
Di molti, oggi, non ho più alcuna memoria… Cicci, come pochi altri, ha lasciato nei miei ricordi la sua “impronta”.
Fra le occasioni passate, ricordo e cito, con affetto, l’ultima nostra collaborazione, che risale al mio album “Le Luci Della Notte” del 2003 (Virgin), dove ha reso la sua bellissima performance nel brano inedito “Noi Due per Noi Due”.
In questo album, oltre a Cicci, figurava un altro grande strumentista a fiato: Bill Evans al sax tenore.
Nel corso degli anni, avrei desiderato senz’altro avvalermi maggiormente del suo prezioso talento, purtroppo, però, le vicissitudini non sono state favorevoli, lui vive in America.
Caro Cicci, un arrivederci a presto e che domani sia il tuo tempo migliore.
Affettuosamente, il tuo amico…
Enrico Cogno.
La personalità musicale di Cicci Santucci. Alla seconda nota già non si hanno più dubbi: quel suono è il suo, ha quel feeling particolare che solo la tromba di Cicci Santucci riesce a trasmettere, un timbro unico, con il giusto numero di note, non una in più e non una in meno di quelle che ci devono essere.
La cifra stilistica di questo Musicista abruzzese, ormai quasi naturalizzato americano, è frutto di sapori che ancora odorano di zafferano, che sanno di sole, di aria buona ma al tempo stesso sono pieni di una carica emotiva che sembra salire dal buio delle cantine, quelle jazz cellars intrise di swing e di passionalità, impregnate della ritmica degli standars jazzistici che per anni le hanno colmate.
Santucci comunica emozioni. Ha una costruzione delle frasi basata sulla melodia, perché il filo sul quale egli appende le note, una dopo l’altra, reinveste il tema centrale a volte in modo molto più affascinante di quello originale.
E’ un distillato di espressività.
Anche quando la linea melodica, di partenza, è già bella e lui la esegue con grande lirismo, scoprite riascoltando i suoi assoli, che non potrebbero essere realizzati con note diverse, con diversi timbri, con differenti accenti senza perdere qualcosa. Una grande qualità, la sua: quella di levare, come Michelangelo, il superfluo e lasciare solo quello che serve, per creare tanti capolavori.
Marcello De Cecco, Economista, Frentano d’Oro 1999.
Cicci Santucci ed io si può dire siamo cresciuti insieme per tutto il tempo delle scuole elementari e delle scuole medie. Eravamo compagni di classe e, forse, anche di banco. In aggiunta, le nostre famiglie erano amiche e anche legate da una parentela comune: una sorella di mio padre aveva sposato un fratello
del nonno di Cicci.
Quindi, oltre ad andare a scuola insieme per otto anni, abbiamo anche passato insieme molte ore di gioco, specialmente nella casa che i nonni di Cicci avevano, annessa allo “stabilimento”, come veniva comunemente chiamato il Calzificio Torrieri, e nel suo grande giardino.
Quando pioveva, spesso trasferivamo il gioco del pallone nell’androne a pianterreno della casa, chiudendo le grandi porte.
Ricordo anche delle ottime fragole che parecchie volte abbiamo raccolto e mangiato nell’orto annesso al giardino, eludendo la guardia del giardiniere Carminuccio, che se ne accorgeva e minacciava di raccontare i nostri misfatti a Don Umberto. Eccellenti merende ci preparava Angelina, la fedele domestica di donna Ines, la dolcissima nonna di Cicci.
Cicci era un bambino alto e robusto, io ero piccolo e magro. Ma supplivo alla mancanza di stazza con una lingua lunga che spesso mi esponeva a rappresaglie da parte dei bersagli delle mie battute. Allora entrava in funzione Cicci, che mi evitava la giusta punizione moderando le ire degli altri bambini che prendevo in giro.
Dopo la terza media, come usava allora presso le famiglie di industriali, e commercianti, Cicci fu mandato all’Istituto Tecnico per Ragionieri.
Continuammo però a vederci nelle ore di svago, anche se Cicci dedicava sempre più tempo a quella che era divenuta la passione della sua vita, la tromba.
Don Umberto, uomo pratico e di vista lunga, dopo aver probabilmente poco
gradito la scelta da parte del nipote dell’allora inconsueto strumento, quando vide che egli eccelleva , gli comprò prontamente una tromba di qualità. E immagino sia stato assai contento di vedere come il nipote, in poco tempo, si era
messo in condizione anche di guadagnare suonando, pur non avendone necessità economica.
Cicci divenne uno dei pezzi forti di una orchestra di musica leggera che Mario Marincola aveva costituito e che girava per feste e fiere, rallegrandole coi suoi suoni.
Anch’io partecipai, una volta, ad una di queste spedizioni sonore. Suonavo piuttosto male il violino e fui chiamato a fare numero, come accade anche oggi nelle nostre bande. Cicci mi prestò la sua giacchetta rossa, perché quella volta
non poteva partecipare. Ricordo che andammo a suonare a Fraine, un paesino dell’alto vastese, dove, sempre secondo la tradizione, ogni orchestrale fu invitato a cena da una famiglia del posto. Ricordo che mi diedero delle ottime salsicce e mi chiamarono “lu bandist nostr”.
Quando Cicci si trasferì a Roma e iniziò la sua luminosa carriera con famosi complessi jazz e con le orchestre della RAI, ci vedemmo solo d’estate, al mare di San Vito, qualche volta in feste organizzate da lui e da suo fratello Umbertino nella tenuta di famiglia, alla Selva Scacchiozza, e poi ai concerti dell’Estate Musicale Frentana.
E così, siamo arrivati a settant’anni… Ogni volta che lo vedo mi tornano in mente le botte che mi ha evitato, le fragole di Carminuccio, la giacca rossa dell’orchestra Marincola e le tante splendide incisioni che ho avuto il privilegio di ascoltare, col suono inimitabile della sua tromba.
Benvenuto, Cicci, nel Club del Frentano d’Oro!
Gianni Ferrio.
Ho avuto il privilegio, nella mia lunga carriera musicale, di avvalermi moltissime volte della collaborazione del bravissimo Cicci Cantucci, sia come solista di tromba che flicorno. Ed anche come ottimo strumentista “in sezione”.
Ho sempre apprezzato le sue grandi qualità musicali, in particolare la “facilità melodica” con cui impreziosiva le sue esecuzioni e le sue improvvisazioni.
Un Musicista completo, così può essere definito il carissimo Cicci, dotato, inoltre, anche di estrema serietà professionale.
Mario Marincola.
Nell’anno 1951, fui invitato, da un comitato organizzatore, a formare e dirigere un’orchestra di musica leggera. Trovai tutti gli elementi necessari e tra questi un allievo del Maestro Augusto Centofanti, e cioè Cicci Santucci il quale, pur avendo pochi anni di studio, si destreggiava egregiamente con la tromba in SIb (era nato per suonare lo strumento in questione).
Cicci, dopo breve tempo, si trasferì a Roma ove completò gli studi diventando una celebrità suonando con le migliori Orchestre italiane e straniere.
Oggi, pur avendo una certa età, suona meravigliosamente il suo strumento.
Io gli auguro ancora tanti anni di attività.
Donato Sciarretta, Primario Ortopedia O. C. Lanciano.
“Cicci Santucci ha suonato con me numerose volte, traducendo in suoni bellissimi e affascinanti ciò che avevo scritto per Lui. Sì, solo per Lui.”
In questa frase, tratta da una dichiarazione del grande Ennio Morricone, è racchiuso tutto quel che era e che è oggi Cicci, il suo rutilante passato musicale e il meglio del presente, ciò che egli rappresentava nel genere Jazz e ciò che
oggi è capace di interpretare non soltanto nel genere jazzistico moderno, ma anche melodico, il genere delle grandi composizioni per soli e orchestra.
In quella frase va letta anche una notevole capacità di adeguamento ai generi musicali più attuali, oltre (dobbiamo solennemente affermare) all’intuizione, la tendenza a creare egli stesso stili e modelli per i grandi Autori, come si conviene ad un genio.
Ancora oggi, avendolo conosciuto ragazzino di sei o sette anni sui nostri viali, nelle nostre scuole, poi nei campi di calcio, provo incredulità e stupore al pensiero di averlo potuto rincorrere dietro un pallone, di avergli dato qualche pacca compiaciuta sulle spalle e di aver potuto osservare da vicino quegli occhi azzurri e pungenti, furbi ma spesso anche pensosi.
Proprio quel ragazzino svelto e intraprendente che, tra l’altro, mi ricordava mio fratello Romano nell’aspetto generale e nello sguardo, è oggi ai vertici mondiali della Musica seria e universale, sia come esecutore che come compositore.
Le esecuzioni dei brani dei grandi Maestri, fra i quali spicca Ennio Morricone, sono capolavori d’ingegno e sentimento.
Tutto questo egli l’aveva dentro dalla nascita.
Di lui posso dire, per averlo più volte ascoltato a venire dal 1960, che il suo talento è pari alla ricchezza sentimentale, sempre ricco di temi sia ritmici che romantici. Una sapienza musicale innata che ha al suo servizio l’ispirazione dei
momenti ricordati o vissuti, la finezza e l’amore.
Qualcosa di genetico glielo deve aver trasmesso il nonno materno, il Commendator Umberto Torrieri, industriale, benefattore e mecenate che in Lanciano è rimasto simbolo di cultura e generosità, il quale annovera fra i suoi lasciti la costruzione della Chiesa di S. Spirito con relativo convento di Suore, nel cui Asilo probabilmente Cicci avrà fatto i primi passi scolastici.
Mi piace pensare, specie quando lo incontro negli autogrill al ritorno dalle nostre settimane sciistiche, che egli non riesce a stare sui piedistalli, sembra un uomo comune e appare quasi sbrigativo se gli si parla di musica e dei suoi progetti. Ecco, quest’uomo carico di gloria per ragguardevoli meriti musicali, amato e ricercato dai migliori Autori e Direttori d’orchestra, è soprattutto un marito e un padre delizioso, un amico che sa ricordare e apprezzare il suo luogo d’origine.
Il mondo della musica vive in virtù di questi grandi Artisti.
Mi piace perciò avere nella mia coscienza musicisti come Morricone e come
Santucci, dediti a farci da guida, tenendoci per mano, nel mondo delle note e dell’insieme.
Come in un viaggio corale verso uno dei più nobili fini del vivere.
Maria Scicolone.
That’s All.
That’s All è il titolo della canzone che ha sottolineato l’amore tra Romano Mussolini e me. Subito dopo il nostro matrimonio, Romano ebbe l’incarico di suonare con il suo quintetto in un locale di Napoli. Il Trombettista del gruppo
era Cicci Santucci. Ogni sera That’s All veniva suonata a volte solo da Romano al pianoforte, e a volte con tutto il gruppo. Subito notai la passione che Cicci metteva in ogni esecuzione.
Nonostante la fine del nostro matrimonio avvenuta anni più tardi, Romano ed io siamo rimasti sempre in ottimi rapporti, legati, oltretutto, dalla comune passione per la musica. Infatti ogni estate invitavo Romano e il suo gruppo di musicisti a tenere un concerto nel giardino della mia villa al mare, dove spesso anch’io mi univo a loro cantando un paio di canzoni, e Cicci Santucci era sempre nel gruppo aggiungendo brillantezza e “feeling” alle esecuzioni.
Oltre ad essere indubbiamente un valido trombettista, Cicci ha un’altra particolare dote che io stessa ho potuto verificare personalmente, la sua completa disponibilità. Disponibilità dimostrata nei confronti di mia figlia Alessandra sia per realizzare, nel periodo antecedente la sua carriera politica, una “demo” di canzoni napoletane da lei cantate, sua nell’arrangiare e registrare l’inno per il suo partito.
La sua disponibilità si è dimostrata ancora quando alla scomparsa di Romano, io ho detto a lui di organizzare la musica durante la funzione religiosa.
Io gli ricordai di inserire in qualche modo “That’s All”. Cicci la suonò alla fine della funzione e il suono della sua tromba così caldo, espressivo e ricco di sentimento ha commosso tutti i numerosi presenti.
Grazie Cicci…That’s all!
Roberto Pregadio.
Un pensiero su Cicci Santucci. Anzitutto un caro amico con il quale ho avuto il piacere di lavorare per diversi anni.
Eccellente strumentista di tromba e flicorno. Virtuoso nelle esecuzioni sia di musica Jazz che di musica sinfonica.
Le sue improvvisazioni nei brani del repertorio jazzistico dimostrano la padronanza del linguaggio tecnico e nello stesso tempo le esecuzioni sono eleganti e di piacevolissimo ascolto.
Da ricordare le sue interpretazioni di colonne sonore dei più noti Maestri.
Tutto questo è accompagnato da una rigorosa professionalità unita a un carattere leale e disponibile.
DISCOGRAFIA
1) Jazz in Italy Vol. 2, Compilation di alcuni gruppi italiani tra i quali la “Modern Jazz Gang” presente in 4 brani, (1960).
2) Zamboni 22, C. Santucci-trp, E. Scoppa-sax, A. Tommasi-pf, G. Tommaso-bass, Mondoni-batteria, (1962)
3) Miles Before And After, C. Santucci-trp, S. Brugnolini-as, A. Collatina-tb, E. Scoppa-ts, C. Metallo-bs, P. Sboto-vib, L. Cancellieri-pf, S. Biseo-bass, R. Podio batt.
4) Jazz allo Studio 7, R. Mussolini-pf, C. Santucci-trp, E. Scoppa-ts, G. Sanjust-cl, D. Piana-tb, C. Loffredo-bass, F. Tonani-batt.
5) Toward The Peace C. Santuci-trp, E. Scoppa-sax, B. Tommaso-bass, B. Biriaco-batt.
6) “On The Underground Road”, C. Santucci-trp, E. Scoppa-ts, Joel
Vandroken-brok-organo, F. D’Andrea-pf, B. Tommaso-bass, B. Biriaco-batt.
7) Looking Around, C. Santucci-trp, E. Scoppa-ts, F. D’Andrea-pf, B.
Tommaso-bass, B. Biriaco-batt.
8) “Ugo plays Calise”, C. Santucci è arrangiatore, direttore e solista in una Big Band con grossi nomi del jazz italiano.
9) Kenny Clarke, C. Santucci-trp, E. Scoppa-ts, E. Pieranunzi-pf, R. Della
Grotta-bass, K. Clarke-batt.
10) Archie Shepp “Mariamar”, C. Santucci-trp, A. Shepp-ts, I. de Paula-chit, A.
Vieira-batt, A. Urso-bass.
11) Archie Shepp “Body And Soul”, Stessa formazione di Mariamar
12) DePaula Urso Vieira “Canina Branca” Arrangiamenti e assoli di Cicci Santucci
13) Bruno Tommaso “RAI Big Band”
14) Enzo Scoppa Ensemble “To-Day’s Jazz”, C. Santucci-trp, E. Scoppa-ts, R.
Biseo-pf, F. Pugliesi-bass, G.P. Ascolese-batt, E. Palermo-chit.
15) Elvio Monti Orchestra “Follow Me”, Solista C. Cantucci accompagnato da una Big Band
16) Arca Jazz Quintet, C. Santucci-trp e arrangiamenti, F. Santucci-ts, A. Beneventano-pf, D. Rosciglione-bass, M. Di Leonardo-batt.
17) One Man in Jazz, Registrazione di un concerto dal vivo con Mussolini, Sanjust, Loffredo, Patruno, Scoppa, Pavese.
18) “Holiday on Trumpet”, Brani famosi arrangiati e interpretati da Cicci
Santucci.
19) “HONEY” Scoppa-Santucci, Cicci Santucci, Scoppa, Scott Reeves-alto flugelhorn, Janet Reeves-pf & voc., F. Puglisi-bass, A. Ariano-batt.
20) Film Favorites, Cicci Santucci & L.R. Jacovella quartet: Jacovella-pf, B.
Zoia-bass, B. Lagattolla-batt, E. Paoletti-voc.
21) Hi, Hi, Louis, Registrazione dal vivo di un concerto dedicato a Louis Armstrong.
22) Romano Mussolini “Piano & Forte”, R. Mussolini-pf, C. Cantucci-trp, M. D’Avola-ts, G. Rosciglione-bass, O. Mazzei-batt, A. Aprea-voc.
23) Arrivederci Roma Cicci Santucci Quintet, C. Santucci-trp, Jed Levy-ts, Dado Moroni-pf,
Pat O’Leary-bass, Bill Goodwin-batt. Registrato e mixato al TEDESCO Studios, Paramus, New Jersey, USA, Dic. 2003.
Si ringrazia per il fondamentale generoso sostegno dato alla manifestazione del Frentano d’Oro:
il Comune di Lanciano nella persona del Sindaco, Avv. Filippo Paolini
il Gruppo Edmondo Costruzioni
la Società Elle Ricambi
la Società Natale s.a.s.