Vincenzo Russi
IL FRENTANO D’ORO
Edizione 2011 all’Ing. Vincenzo Russi, 17 settembre 2011.
RASSEGNA STAMPA.
5 agosto 2011
Fentano d’Oro a Vincenzo Russi
https://www.abruzzo24ore.tv/news/Fentano-d-oro-a-Vincenzo-Russi/46760.htm
6 agosto 2011
Lanciano, servizio TGMAX Blog del 6 agosto 2011. Lanciano: il XIV Frentano d’oro all’ ingegnere Vincenzo Russi, direttore del Centro di eccellenza per l’innovazione tecnologica del Politecnico di Milano. Il prestigioso riconoscimento gli sarà conferito 17 settembre nel teatro Fenaroli.
https://www.youtube.com/watch?v=UKjALdbXYJg
16 settembre 2011
Frentano d’Oro, premiato Russi per l’innovazione tecnologica.
https://www.ilcentro.it/chieti/frentano-d-oro-premiato-russi-per-l-innovazione-tecnologica-1.856442?utm_medium=migrazione
Milano 19 settembre 2011
VINCENZO RUSSI (CEFRIEL) VINCE IL XIV FRENTANO D’ORO. IL VALORE DELLE TRADIZIONI LOCALICOME MOTORE PER L’INNOVAZIONE GLOBALE
https://www.ipresslive.it/it/ipress/comunicati/view/544/
25 settembre 2011
E’ Vincenzo Russi il vincitore de ‘Il Frentano d’oro’, XIV Edizione.
https://www.liberoquotidiano.it/news/regioni/825471/premi-vincenzo-russi-vince-il-frentano-doro.html
20.12.2011
Vincenzo Russi. Premio Frentano d’Oro: “L’innovatore per eccellenza” – ItaliaOggi.it
https://www.italiaoggi.it/archivio/l-innovatore-per-eccellenza-174997
Il pensiero di Ennio De Benedictis.
Dopo letterati, musicisti, economisti e luminari della scienza medica, quest’anno il Frentano d’Oro viene assegnato ad uno studioso “operativo” nel campo delle Scienze e delle Tecnologie digitali, un futuro già ben presente nell’orizzonte della
crescita culturale e sociale della umanità.
Vincenzo Russi non è solo un teorico né solo un ideatore di architetture informatiche avveniristiche, ma è anche soprattutto un realizzatore di progetti, secondo un modello di uomo di scienza che si affermò nell’Umanesimo italiano dal XV secolo.
Non solo scienza dunque, ma anche impresa, in un mondo in cui la crescita economica è sempre più determinata dall’incremento di conoscenza scientifica
e tecnologica.
È in questa prospettiva che Vincenzo Russi rappresenta certamente un modello, come testimoniato da ciò che egli ha saputo realizzare nella sua carriera professionale fino alla più recente evoluzione del CEFRIEL di Milano da Consorzio
di ricerca a Impresa che opera nel mercato internazionale dell’innovazione tecnologica.
In questa sintesi di cultura e di operosità Lanciano riconosce le sue radici e intende perciò premiare Vincenzo Russi conferendogli il Frentano d’Oro 2011,
Lanciano, lì 17 Settembre 2011.
PRESENTAZIONE del Giornalista Mario Giancristofaro.
Quando a un giornalista non specializzato sul fronte scientifico, capita di dover intervistare, per motivi professionali, un uomo di scienze, in particolare un informatico, avverte tutta la difficoltà di entrare in un mondo che sui media generalisti viene pressoché ignorato, oppure trattato con estrema superficialità. Roba da esperti e da giornali specializzati, si dice. E a me non ha giovato neppure il fatto che uno dei miei figli, Paolo, sia laureato proprio in Informatica e lavori in una grande Azienda del settore. Le mie conoscenze sono rimaste nei limiti della manualità operativa a supporto dell’attività giornalistica.
Preambolo, forse un po’ noioso, per dire che il giorno in cui ho telefonato al Professor Vincenzo Russi, per mettere a punto la presentazione di questa 14esima edizione del “Frentano d’Oro”, mi sentivo in un certo imbarazzo. Ma sono bastate poche parole per capire come Russi, pur essendo uomo di scienze, sappia coltivare anche le emozioni legate ai ricordi delle persone care, dell’infanzia, della scuola, della giovinezza, della sua terra di origine.
«Il percorso della vita – dice – mi ha portato altrove, spesso lontano, non solo dalla mia città, ma pure dall’Italia. I miei impegni, soprattutto quelli all’estero, non
mi hanno permesso una frequentazione assidua di Lanciano, ma i luoghi della mia terra e i volti della mia gente mi sono rimasti sempre molto presenti nella mente».
Altri, in questa pubblicazione, con la dovuta autorevolezza, scriveranno del ruolo che Vincenzo Russi oggi ricopre nel campo scientifico, come manager e come docente. A me solo il compito di tratteggiare il filo che ancora lo lega alla sua città e di sottolineare come per l’associazione “Il Frentano d’Oro” averlo tra i suoi premiati sia motivo di vanto. Ci sono Premi che durano lo spazio di qualche anno. Succede perché hanno alle spalle, in modo più o meno velato, interessi di parte, dai quali la nostra associazione non è assolutamente toccata. Tutti i premiati, e siamo a quota 14, sono stati scelti per grandi meriti nel campo della cultura, delle arti e delle professioni, per aver dato lustro, in ogni parte del mondo, alla Frentania, propria Terra di origine, senza mai tagliarne i legami.
«Tra i ricordi più vivi della mia Lanciano – confessa Vincenzo Russi – certamente i riti della Settimana Santa: gli incappucciati, la processione con il Cireneo che cammina scalzo sotto il peso della Croce, i sepolcri, le liturgie, i canti: ti entrano nella testa e nel cuore da bambino e non ne escono più. Poi, la Squilla dell’antivigilia di Natale. E ancora i colori e i rumori del “settembre lancianese”: hai voglia a girare il mondo, non li trovi da nessuna parte. La famiglia, la scuola, la passeggiata al Corso e ai Viali, le partite di calcio con gli amici, il sapore e gli odori delle cose, le piccole-grandi storie di una comunità ristretta. E chi li dimentica!».
«Guardi – continua Russi -, proprio per tutte queste cose che ho detto, uno dei miei obiettivi è rendere “umana” e comprensibile a tutti la tecnologia. Nessuno deve restare fuori dal mondo che cambia, dalla Scienza che avanza. Solo valorizzando questa idea, il futuro non perde il fascino del nuovo e si apre alla speranza per tutti».
La gratifica un Premio che arriva dalla sua terra?
«Di più, mi commuove. Quando ci sono di mezzo i ricordi e le emozioni, i Premi hanno tutt’altro valore. E di certo mi onora entrare in un Albo d’oro così qualificato».
Vediamolo, allora, questo albo dei premiati, a partire dal 1998:
lo scultore Mario Ceroli,
l’economista Marcello De Cecco,
il costituzionalista Alessandro Pace,
il manager dell’informatica Guerrino De Luca,
il Direttore d’orchestra Donato Renzetti,
l’economista Dominik Salvatore,
il fisico Tazio Pinelli,
il ginecologo Domenico de Aloysio,
il “re dei diamanti” Nicola Cerrone,
l’endocrinologo Enio Martino,
l’umorista grafico Lucio Trojano,
il musicista Cicci Santucci,
lo scrittore e critico d’arte Giuseppe Rosato.
CURRICULUM del Premiato, Garante d’Oro, Vincenzo Russi.
Vincenzo Russi è nato a Lanciano il 1° gennaio del 1959.
Da circa trenta anni è impegnato in differenti ruoli e con crescenti livelli di responsabilità nell’innovazione digitale, operando nel settore delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni.
Vincenzo Russi ha dedicato gli ultimi quindici anni nel management a livello nazionale e internazionale. In questo periodo ha speso le sue energie professionali in un’ottica prevalente di spirito di servizio nello sviluppo concreto
di un sistema di imprese orientato all’innovazione, nella promozione delle eccellenze in Italia e all’estero, nella valorizzazione del capitale umano e nel rafforzamento delle relazioni con le più prestigiose università.
OGGI:
Vincenzo Russi è Direttore Generale di CEFRIEL, il Centro di Eccellenza nell’Innovazione per le Tecnologie Digitali del Politecnico di Milano e Director del Board of Directors (Consiglio di Amministrazione) di CEFRIEL USA Inc. È inoltre membro del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Interno e Parti Correlate di Dada S.p.A., società internazionale leader nei servizi a valore aggiunto per le comunità digitali, nella gestione dei domini e della pubblicità via Web.
È Vice Presidente di Nesting Scrl, società di Ingegneria dell’Innovazione per il Nord Est con sede a Venezia, fondata dalla Fondazione Bancaria di Venezia insieme a CEFRIEL e all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
È membro del Comitato Tecnico Scientifico di Rinnova Srl, società per l’innovazione in Romagna, creata, con la guida di CEFRIEL, dalle Fondazioni Bancarie Cassa di Risparmio di Forlì, Cassa di Risparmio di Cesena, Camera di Commercio di Forlì Cesena e Alma Master Studiorum Università di Bologna rappresentata dal suo polo ingegneristico di Forlì.
È membro dell’International Advisory Board di Extreme Ventures a Singapore, fondo di investimenti focalizzato sulla nascita e sviluppo di imprese ad alta tecnologia che operano nell’area asiatica.
Sul versante universitario, è docente del corso “Information Systems and Management” del Master Universitario in Business Administration (MBA) della Scuola di Management del Politecnico di Milano, ruolo che ricopre sin dalla nascita della Scuola Internazionale.
IERI:
si laurea nel 1982 summa cum laude in Informatica, con specializzazione in Ingegneria del Software, con una tesi dal titolo “Analisi del Data Flow Tramite Equazioni Matriciali” pubblicata su riviste scientifiche per il contributo innovati-
vo che ha saputo dare alle architetture di sistemi di calcolo parallelo e alle prime, per quel tempo, “griglie” di computer ad alta interconnessione.
Dopo la laurea assolve come Ufficiale di Marina agli obblighi di leva in Accademia Navale di Livorno e, quindi, a Taranto presso la sede Aereo Navale della Nato. Si congeda nel 1983, al termine del periodo obbligatorio, con il grado di Sottotenente di Vascello.
Dopo una permanenza in Selenia S.p.A. a Roma, come progettista di sistemi operativi di controllo per il settore aereospaziale e militare, entra in Olivetti nella divisione di Ricerca e Sviluppo sui sistemi di calcolo per le imprese, dove opera con crescenti livelli di responsabilità sulle tecnologie più innovative e sui clienti principali del Gruppo.
Per Olivetti Solutions dirige programmi a livello internazionale per i mercati Retail (Grande Distribuzione), Pubblica Amministrazione e Banche.
Nella prima metà degli anni ’90, attraverso conoscenze che matura in Politecnico di Torino dove insegna tecniche e strumenti di Ingegneria del Software, fonda con un gruppo di ingegneri Easy-Channel, una iniziativa internazionale a San José in California USA, specializzata in soluzioni applicative sulle prime architetture di rete basate sulle, per quel tempo, ancora immature tecnologie web.
Nel 1997 approda in Ernst & Young dove, nel 1999, diviene Partner di Ernst & Young Consultants e quindi, in seguito alla fusione, Vice Presidente di Cap Gemini. In quel periodo contribuisce direttamente alla creazione e allo sviluppo dell’innovativo settore Business to Business (tecnologie digitali basate sul Web per la creazione di relazioni commerciali tra differenti operatori e tra operatori e consumatori).
Successivamente, in Fila Holding Inc. (società quotata a Wall Street), diviene Chief Executive Officer (Amministratore Delegato) di Fila Net Inc. a Boston, in Massachusetts, fino al 2002.
Fila Net Inc., start up ideata e disegnata con il sostanziale contributo di Vincenzo Russi, è stata creata con l’obiettivo di gestire, con strumenti innovativi, le operazioni logistiche e distributive ai Partner commerciali e ai consumatori di Fila
Holding.
In quegli anni di permanenza a Boston stringe importanti collaborazioni con start-up locali e con il MIT Media Lab di Boston, partecipando attivamente ai primi progetti “Things That Think” che oggi sarebbero definiti “Internet delle
Cose” anticipando, di molti anni, l’innovazione digitale.
Contemporanemente assume la carica di Director nello Steering Committee di HdP Net, la società della Holding di Partecipazioni Industriali dedicata alle iniziative di rete, e viene nominato membro del board del Network of Italian
Enterprises, un’organizzazione di imprese italiane che operano negli Stati Uniti con sede a New York.
Viene inoltre richiesto dal Congresso Americano per collaborare con il Business Advisory Council (Consiglio Consultivo di Affari) per le Small Medium Enterprises (Piccole e Medie Imprese).
Da fine 2002 inizia la sua collaborazione in CEFRIEL come Chief Technology Officer. CEFRIEL è una società “senza scopo di lucro” (non distribuisce utili ai soci, ma reinveste i profitti in attività di ricerca e innovazione a beneficio del sistema delle imprese italiane per sostenere prodotti e servizi competitivi) in grado di sostenere autonomamente i propri piani di sviluppo e crescita a livello nazionale e internazionale. La compagine societaria è costituita dal Politecnico di Milano (che vede nel Rettore il Vice Presidente di CEFRIEL), le Università degli Studi di Milano, di Milano-Bicocca e dell’Insubria, la Regione Lombardia e 15 imprese multinazionali operanti nel settore ICT e nell’editoria multimediale.
Come Direttore Generale di CEFRIEL dal 2005, si occupa della gestione operativa e dello sviluppo del centro, coordinando un team di professionisti che, grazie a una crescita sostenuta dagli eccellenti risultati raggiunti, conta oggi circa 150 laureati impegnati in progetti d’innovazione per imprese nazionali e internazionali e per la pubblica amministrazione, in progetti di ricerca applicata a livello europeo e in progetti formativi a sostegno dei processi d’innovazione delle imprese.
Grazie all’esperienza maturata a livello internazionale, Vincenzo Russi ha contribuito alla trasformazione societaria, organizzativa e strategica del CEFRIEL che, da Consorzio Universitario prevalentemente orientato alla formazione e alla ricerca, è divenuto un’impresa, oggi operante a livello internazionale, in grado di formare al suo interno una classe di esperti capaci di realizzare progetti d’innovazione strategici ad alto contenuto tecnologico, imprenditoriale e di
design.
In questi anni in CEFRIEL, Vincenzo Russi ha creato uno “spirito unitario di gruppo” e ha saputo individuare, selezionare e valorizzare il capitale delle professionalità necessario per rispondere alle diversificate, sofisticate e selettive
richieste del mercato e dell’industria.
Nello stesso tempo ha gestito il CEFRIEL affinché, pur in assenza di qualsiasi sostegno pubblico o privato, potesse svilupparsi e crescere nel capitale umano, in quello economico e finanziario, nella qualità dei progetti e nei rapporti con imprese, università e pubblica amministrazione.
In questo processo ha ampliato la rete di relazioni con aziende multinazionali operanti nei settori più eterogenei, sostenendo e facendo riconoscere il valore dell’originalità e creatività italiane combinate a una forte competenza e abilità realizzativa.
Il coeso team interdisciplinare di esperti, con competenze sempre più complementari, è oggi in grado di coniugare un’autentica generazione di idee ad una rapida capacità d’esecuzione come è richiesto dal mercato competitivo globale.
A dimostrazione del riconoscimento di questi valori anche a livello internazionale, dal 2010 CEFRIEL è presente negli Stati Uniti d’America, con la sede di Cincinnati, in Ohio.
Nello stesso periodo viene invitato dallo Science and Technology Policy Institute dell’Ufficio di Science and Technology della Casa Bianca per analizzare il modello di gestione d’impresa, di generazione dell’innovazione e di sviluppo di relazioni fortemente collaborative tra università e imprese.
Nel corso degli ultimi anni ha messo la sua esperienza tecnica e gestionale al servizio della creazione di due iniziative imprenditoriali per l’innovazione in Veneto ed Emilia Romagna. Iniziative che hanno visto la nascita nel 2008 di due nuove realtà con le università locali: Nesting Srl, con sede a Venezia, e Rinnova Srl, con sede a Forlì. Ambedue le società operano con il fine principale di sviluppare le competenze distintive di giovani laureati nel territorio cui afferiscono, realizzare un impianto locale di sviluppo dell’innovazione, sostenere e promuovere il trasferimento dell’innovazione nelle imprese del Nord Est e della Romagna.
Dal 2010 partecipa direttamente ai processi di digitalizzazione dei maggiori Editori Italiani, tra i quali Rizzoli Corriere della Sera, Gruppo Messaggerie Italiane, Gruppo Editoriale Mauri Spagnol e Gruppo Feltrinelli.
Ha assistito questi gruppi nella creazione, nel 2010, di Edigita, società con lo scopo di agevolare la nascita e lo sviluppo del mercato dei libri in formato digitale. Edigita, che oggi raccoglie oltre 40 editori, rappresenta una storia unica nel panorama dell’editoria digitale mondiale di sviluppo collaborativo tra Editori.
Nel corso della sua carriera professionale, Vincenzo Russi ha pubblicato articoli e saggi su temi tecnologici e di business all’interno di pubblicazioni internazionali e ha partecipato, in qualità di keynote speaker, a prestigiose conferenze su tematiche dell’innovazione.
TESTIMONIANZE: Elisabetta Burba, Gianni Orecchioni; Alfonso con Francesco, Giuseppina e Mariella, Eugenio Aringhieri, Alessandro Baldeschi, Giulio Ballio, Alessandro Bompieri, Piergiorgio Borgogelli, Giorgio Bruno, Umberto Bussolati Dell’Orto, Marco Costaguta, Piergiuseppe Dolcini, Mario Gazzola, Dario Giambelli, Giulio Lattanzi, Andrea Macario, Stefano Mauri, Filippo Passerini, Giorgio Riva, Serenella Sala, Michele Scannavini, Gianluca Spina, Gianni Tognoni, Gianni Toniolo, Francesco Trabucco, Giorgio Valerio, Claudio Graziani.
Elisabetta Burba, Giornalista di Panorama.
GENTILUOMO DELL’ITALIA CENTRALE.
Ho conosciuto Vincenzo Russi a lezione, al Politecnico di Milano. E la prima, netta impressione è stata: «Un gentiluomo dell’Italia centrale». Era al passo con i tempi come può esserlo solo un docente di Information and Communication Technology. Proiettava slide su IT governance, design gaming, strategic evolution. Aveva un paio di occhiali modaioli. Per non parlare del faro del Maine sul salvaschermo, dell’invito a usare il tu, del divieto di chiamarlo professore. Ma era stato altro a colpirmi, quella mattina d’estate alla Bovisa: il tono di voce educato, i modi garbati, il sorriso empatico con cui sollecitava domande e commenti. C’era qualcosa in lui, che evocava gente di altri tempi, antiche atmosfere rurali, un mondo perduto dove una stretta di mano valeva più di un contratto scritto. Poi ho saputo che era abruzzese. E ho capito.
Vincenzo Russi è un cittadino del mondo: un giorno manda un sms da Cincinnati, il giorno dopo un messaggio Skype da Londra, l’altro ancora una mail da New York. Eppure è lancianese fino al midollo. Le radici del suo savoir faire, la spinta a declinare passione e rigore si possono tutte ricondurre alla sua terra e alla sua storia familiare. L’amore per la tecnologia risale ai tempi in cui aiutava nonno Peppino a riparare radio e televisioni. Il suo pragmatismo, la sua facilità di relazione, la sua diplomazia sono scolpiti a fuoco nel Dna della sua gente, dedita al commercio fin dall’antichità. E l’impegno sociale e il rispetto della diversità sono chiara eredità delle idee progressiste del padre Antonio. La capacità dialettica e la curiosità intellettuale vengono invece dallo zio Lucio, il professore di liceo con la passione per la politica.
Eppure Vincenzo è così anche perché ha abbandonato Lanciano. Spirito irrequieto e avido di novità, ha l’animo dell’esploratore, del pioniere, dello scopritore di nuovi mondi. Non a caso, la sua citazione preferita è un verso del poeta Luís de Camões che ha letto in Portogallo, inciso sul Capo da Roca, la punta più occidentale dell’Europa: «Qui, dove la terra finisce e il mare comincia, e dove palpita lo spirito della fede e dell’avventura che mandò le caravelle in cerca di
nuovi mondi per il mondo».
Senza quell’anelito ad andare, a varcare i confini della provincia, a scoprire cosa c’era oltre le colline di Lanciano, Vincenzo non sarebbe diventato quello che è. Ossia direttore generale del CEFRIEL, il centro di innovazione nel settore dell’Information and Communication Technology, di cui sono soci quattro università lombarde, la regione Lombardia e 15 multinazionali. Un gioiellino che fa innovazione a 360 gradi (dall’airbag per moto all’applicazione per iPad di un vo-cabolario), il CEFRIEL è il più grande centro di ricerca indipendente del nostro paese e l’unico che si autofinanzia completamente. E che, fatto inaudito nell’Italia contemporanea, investe sui giovani, rifiutando la logica del precariato e offrendo reali possibilità di crescita professionale ed economica (e quindi anche personale e familiare). Non a caso, uno studio di una celeberrima società internazionale di consulenza ha definito il CEFRIEL il miglior modello per l’innovazione tecnologica del mondo occidentale, perché è quello che rappresenta al meglio il collegamento fra università e imprese.
Ma che cosa fa esattamente Vincenzo? La risposta è complessa. È un «ingegnere dell’innovazione» ma non è un tecnologo in senso stretto. Insegna al Politecnico ma non è un professore universitario. Gestisce un’impresa ma non è il classico manager. Vincenzo è un regista dell’innovazione, cioè una persona capace di interpretare esigenze e offrire soluzioni attraverso un uso innovativo delle tecnologie. Ma non solo. Dabuon regista, sa dare concretezza alle sue visioni, è cioè in grado di realizzare contenuti tecnologici, valorizzando di pari passo competenze e talenti. La chiave del suo successo, insomma, è l’incastro fra altissime competenze tecnico/scientifiche e altissime competenze manageriali.
Una sintesi rara, che ha realizzato grazie alle sue frequentazioni del mondo anglosassone. Rimanendo a Lanciano non avrebbe mai acquisito quella cultura che coniuga la creatività con l’esecutività. Non sarebbe diventato insomma un
dream-maker, cioè una persona in grado di trasformare i sogni in realtà. Non sarebbe neanche mai stato invitato a Washington dal Science and Technology Policy Institute, un centro studi che lavora per conto della Casa Bianca, per descrivere il modello di relazione fra università e imprese elaborato dal Cefriel. E non avrebbe mai avuto l’emozione di sentire il presidente del Corriere della Sera, Piergaetano Marchetti, coprirlo di lodi.
È successo una sera a casa mia, durante una cena. Quando il notaio Marchetti ha riconosciuto Vincenzo, ha pronunciato parole così belle sul suo operato al CEFRIEL da indurmi a fermare la conversazione degli altri commensali affinché
potessero ascoltarle. «Il loro è uno dei rarissimi esempi di eccellenza italiana di cui andare fieri nel mondo» ha detto con un tono che veniva dal cuore il Presidente del Corriere, mentre con la mano sinistra gli stringeva il braccio destro.
«Centocinquanta ingegneri che si dedicano all’innovazione tecnologica senza un euro di finanziamento a fondo perduto».
Vincenzo era il ritratto della beatitudine, quasi incredulo che uno degli uomini più influenti d’Italia stesse parlando così di lui e dei suoi collaboratori.
Ma quello di Marchetti non è stato un riconoscimento isolato. A dispetto della sua incredulità, Vincenzo è stimato dai migliori cervelli del nostro Paese. Per capirlo, basta scorrere le testimonianze nelle pagine che seguono. Dall’editore
Stefano Mauri al supermanager Filippo Passerini, dallo scienziato Gianni Tognoni all’amministratore delegato Dario Giambelli, dal rettore Giulio Ballio all’imprenditore Eugenio Aringhieri, tutti concordano su un punto: Vincenzo è un
uomo fuori dal comune. E si merita appieno il Frentano d’Oro. Perché è un ottimo ambasciatore nel mondo della cultura e dei valori di Lanciano.
Gianni Orecchioni, Dirigente Scolastico, Scrittore e storico di Lanciano.
IN VIAGGIO CON VINCENZO.
Agosto 2011. Ci si muove velocemente lungo le stradine di Soho alla ricerca degli ultimi locali di tendenza: da una parte la tecnologia di negozi come Hollister, capace di parlare ai sensi e di creare emozioni, dall’altra le dismesse attrezzature tessili della Singer che danno un’atmosfera inconfondibile e un sapore d’altri tempi ai capi di abbigliamento di AllSaints, qui le architetture mobili di Prada che trasformano magicamente gli spazi espositivi interni in spettacolari passerelle per i defilé di moda, e così continuando…
A guidarci con destrezza, in questo interessante percorso nel cuore pulsante di New York, è Vincenzo Russi, prossimo “Frentano d’oro 2011”.
“Come fai a conoscere così bene i locali newyorkesi?” – gli chiedo. “Io sono molto curioso” – mi risponde – “mi piace vedere le novità che ci sono in giro, anche per avere idee e ricevere stimoli utili per il mio lavoro”.
Vincenzo vive a Milano, dove è manager nel settore dell’innovazione. Il suo lavoro ha un grande valore strategico, perché consiste nel trasferire alle imprese i risultati della ricerca. Nel CEFRIEL, di cui è direttore generale, dirige circa 150 persone, per la maggioranza ingegneri, e ha per consulenti i migliori ricercatori delle università italiane.
A New York si sente come a casa sua, perché è una città estremamente dinamica e “perché qui – mi dice con un pizzico di amarezza – le persone contano per quel che valgono, non per il nome che portano, per come vestono o per quello che sembrano. Qui, più che in qualsiasi altra parte del mondo, può dare continuo alimento alla sua curiosità, che si esprime a tutto tondo spaziando dalla tecnologia all’architettura, dalla moda allo spettacolo, dall’arte al design industriale“.
Vincenzo è attento a ogni cosa. Mi fa notare comeNew York, la capitale mondiale del capitalismo, abbia recuperato alla fruizione pedonale gli spazi rialzati della metropolitana di superficie, che oggi costituiscono un percorso assai godibile per
il panorama, il verde e il relax che offrono nel pieno centro della città. Mi fa anche vedere come il grande macello dismesso del Meat District sia stato riutilizzato come contenitore di attività commerciali senza alterarne la storica architettura, mentre noi in Italia abbiamo un grande patrimonio artistico, storico e culturale che non sempre siamo in grado di tutelare e valorizzare.
Mentre cammina, Vincenzo è sempre collegato con il mondo, tramite quel concentrato di tecnologia che è il suo cellulare. Non parla molto al telefono, ma è costantemente in contatto con i suoi interlocutori.
Mentre siamo a colazione, nella splendida terrazza giardino del Gramercy Park Hotel lo invitano alla New York University; più tardi, all’ora del lunch, è in conferenza con Cincinnati e Dayton in Ohio, Boston e Milano.
Non c’è bisogno molto per capire che Vincenzo è decisamente un uomo arrivato. Quel che fa piacere, tuttavia, è vedere come, malgrado la lunga permanenza all’estero e le grandi responsabilità professionali che oggi ricopre, Vincenzo è sempre lui, con la sua naturale simpatia e semplicità. Persona affabile, cortese, piena di attenzioni per il prossimo e grande considerazione per gli amici. L’Abruzzo, che aveva lasciato durante i suoi circa trent’anni di carriera professionale, gli è rimasto profondamente nel cuore. Adesso “Cenzino” (questo è il nome con cui era chiamato da ragazzo) si diverte, come un bambino, a giocare con le espressioni dialettali che viene via via riscoprendo. Sente le sue origini, vuole “ricucire” la sua identità, quei pezzi di storia e frammenti di memoria perduti a causa della sua prolungata assenza dalla sua terra d’origine, Lanciano. Vuole sapere di tutto e di tutti, in questo insolito girovagare nella sua America, che non è quella dei turisti, della statua della Libertà, della Fifth Avenue o delle
cascate del Niagara.
Insieme alla moglie Claudia, alla figlia Cristina (recuperata ad Harvard) e a mia moglie Mariella, sua amica e compagna di studi per otto anni, ci concediamo una piacevolissima e indimenticabile vacanza americana, da New York a Boston, dove è vissuto per quasi tre anni ed è decollata la sua carriera professionale, più qualche giorno on the road lungo la splendida costa frastagliata del Maine, ai confini con il Canada.
Alla fine ci salutiamo con affetto, dandoci l’arrivederci a breve, per la cerimonia di conferimento del Frentano d’oro 2011, la prestigiosa onorificenza con cui Vincenzo Russi è meritatamente inserito tra i cittadini più illustri della Terra frentana.
Alfonso, Francesco, Giuseppina e Mariella, Compagni dalle Elementari al Liceo.
RICORDI DI SCUOLA.
Nel cercare di mettere ordine nei nostri ricordi, ci siamo trovati, quasi per caso, a rovistare tra vecchie cose. Qua un portafogli, poi un libro, una vecchia borsa ancora carina, una confezione di eccellente profumo: erano tutti regali ricevuti
da Vincenzo, nostro compagno di studi, in occasione delle tante tappe importanti della nostra vita (i 18 anni, la laurea, qualche festa di compleanno), che dicono oggi quale fosse il suo gusto e la generosità che manifestava sempre con gli amici. A ripensarci ora la particolare attenzione che dedicava alla scelta di quei regali, un po’ insoliti per un adolescente, era già il segno di una personalità pronunciata, che mostrava il desiderio di esprimersi con forte spirito di autonomia
e libertà.
Siamo stati adolescenti in un’epoca in cui i giovani venivano etichettati in “impegnati” e “non”: quelli “impegnati” avevano ideali (di destra o di sinistra, religiosi o laici) nei quali si immedesimavano e che erano alla base del loro agire.
Vincenzo era un ragazzo fortemente impegnato, capace di entusiasmarsi ed appassionarsi ad idee che ai più potevano sembrare ardite e le sosteneva sempre con grinta e determinazione.
Accese assemblee di classe nelle quali Vincenzo spostava sempre le discussioni dalle questioni pratiche a temi più alti e di natura più generale.
È sparito per trenta lunghi anni, durante i quali ha costruito la sua brillante carriera, ma, alla fine, la sua complicità nelle “malefatte” scolastiche ha prevalso e lo ha riavvicinato a quella che il professore di filosofia chiamava la “palude”, per la nostra capacità di essere chiassosi e goliardici durante le sue, per noi, noiose lezioni.
Lancianese lo era e lo è rimasto per davvero. Ricorda perfettamente il dialetto e lo parla ancora benone.
Che bello è ora ritrovarci, lui cittadino del mondo, noi della sana e onesta provincia italiana, e ricordare i tanti momenti trascorsi insieme. Durante un’interrogazione ha scaricato la sua tensione sfregando la mano su un ginocchio
riuscendo a consumare un bel paio di pantaloni nuovi di velluto comprati il giorno prima a Belfiore. Per evitare l’interrogazione di storia e stimolare una bella discussione di politica portava tutte le copie delle riviste ricevute in omaggio dallo zio Lello, proprietario dell’edicola in Corso Roma. Oppure quando, invitato dall’amico Antonio per la preparazione all’esame di stato in quel di Celenza, è ingrassato di “sette chili in sette giorni” grazie alla robusta dieta paesana!
Comunque, fra i tanti, l’episodio che ricordiamo con simpatia è stato quello in cui il Preside, per intercessione di Vincenzo, ci ha chiesto “per piacere” di perdonare la Professoressa colpevole di averci messo una nota:
“sei sempre stato convincente!”
Insomma, non possiamo dire che Vincenzo fosse un alunno modello nella definizione che si tendeva a dare di studenti che andavano presi, appunto, “per modello”. Sicuramente riusciva, come pochi, a coniugare impegno, concentrazione e risultati positivi con un buono e sano spirito goliardico.
La cosa bella e sorprendente è stata quella di rincontrarsi e avere quasi la sensazione che nulla fosse cambiato: la sua giovialità e carica di energia, la contagiosa e rumorosa risata, la grande carica umana e, ancor più di prima, la sua grande voglia di futuro … tutto era come prima.
È bastato che Vincenzo apparisse di nuovo a Lanciano che, come per magico effetto catalizzatore, si ricostituisse il vecchio gruppo degli amici e compagni di scuola.
Eugenio Aringhieri, Amministratore Delegato Gruppo Dompé, Vice Presidente Philogen, Presidente Anabasis.
RISERVA DI RISORSE
Ho appreso con gioia la decisione di attribuire il premio Frentano d’Oro 2011 a Vincenzo Russi.
Mi legano a Vincenzo un sentimento di sincera amicizia ed una profonda stima professionale, maturata nelle diverse occasioni che ci hanno visto collaborare. Grazie a questa opportunità, ho potuto apprezzare le sue competenze distintive
nell’ambito della ricerca applicata e dell’innovazione tecnologica, avvalorate dalla sua capacità di portarsi sempre all’altezza dei problemi da sciogliere e delle scelte da operare.
Il suo entusiasmo è stato per me sempre motivo di stimolo e anche questa volta, con coerenza, mi ha riservato con questo premio, meritatissimo, una nuova sorpresa, ma anche una solida conferma del valore che ha saputo mettere in campo.
È così che vedo Vincenzo, una riserva di risorse umane e morali, d’intelligenza e di lavoro, che rappresenta un esempio a cui ispirarsi per favorire quel processo di conversione della conoscenza in valore che è una leva sostanziale per la
competitività dell’intero “sistema paese”.
Alessandro Baldeschi, Amministratore Delegato Gruppo Messaggerie Italiane
ENERGICO OTTIMISTA.
Conosco Vincenzo Russi da circa 2 anni; non è un lungo periodo, ma è tuttavia sufficiente per apprezzarne le dote umane e professionali.
È un uomo curioso, un fiutatore instancabile del futuro ed anche un energico ottimista. Come tutti i veri leader si è circondato di collaboratori molto validi con i quali c’è un continuo scambio di conoscenze.
Per me è un ottimo professionista con una grande capacità di ascoltare e di aiutare a trasformare in obiettivi precisi indirizzi strategici non ancora definiti.
Per il gruppo Messaggerie una risorsa importante.
Giulio Ballio, Rettore del Politecnico di Milano (2002-2010).
POLITECNICO DI MILANO.
Vincenzo Russi lavora insieme a noi, nel Politecnico di Milano, da quasi 10 anni: è entrato a far parte del CEFRIEL proprio l’anno in cui è iniziato il mio rettorato. So bene che non è facile entrare nel Politecnico o in un suo Consorzio dopo aver maturato altre esperienze lavorative di prestigio nel settore privato. Nel Politecnico più forte è l’importanza di essere fedeli all’Istituzione e di immedesimarsi nel suo clima, più variegato è il lavoro, differente è il modo di relazionarsi con gli altri, bisogna condividere con i colleghi obbiettivi, risultati e soddisfazioni personali.
Vincenzo ha saputo inserirsi nella nostra organizzazione mettendo a disposizione di noi tutti le sue svariate esperienze pregresse, ha saputo ascoltare ed interpretare le esigenze di coloro che desideravano relazionarsi con noi per ricevere innovazione di processi o di prodotti, ha contribuito alla crescita e alla internazionalizzazione del CEFRIEL. Per queste ragioni, interpretando anche il pensiero di Samy Gattegno e di Alfonso Fuggetta, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato del CEFRIEL, ringrazio Vincenzo e gli auguro di ontinuare ad avere, insieme a noi, tanti successi.
Alessandro Bompieri, Amministratore Delegato RCS Libri.
VISIONE SUL FUTURO.
Ho conosciuto Vincenzo Russi un paio di anni fa. Allora mi occupavo del quotidiano “Il Sole 24 Ore” e Vincenzo è stato nostro consulente sui temi legati alla rivoluzione digitale e all’impatto che questa stava avendo sul mercato dei quotidiani.
Di Vincenzo mi hanno subito colpito le straordinarie doti intellettuali che gli consentono di unire alla profonda competenza, inevitabilmente tecnica, una capacità unica di far comprendere ai propri interlocutori gli argomenti complessi di cui si occupa, utilizzando un approccio molto alto di chi sa avere visione sul
futuro.
Vincenzo unisce a queste indubbie competenze professionali una serie di preziose capacità umane. È persona onesta, che cerca un rapporto con gli interlocutori che non si fermi alla superficie della relazione professionale; e persona di cui senti di poterti sempre davvero fidare.
Per queste ragioni sono stato molto contento di poter rimanere a lui legato anche nel nuovo incarico in RCS Libri, dove preziosissimo è stato il suo aiuto nell’aiutarmi a decodificare il futuro del libro con l’avvento, oramai alle porte, del fenomeno dell’e-book.
Mi auguro che il futuro mi faccia un regalo: di poter godere dell’amicizia di Vincenzo ancora a lungo a prescindere da dove ci porteranno i nostri percorsi professionali.
Piergiorgio Borgogelli, Vice President Service & Process Creation Telecom Italia.
STIMOLO INEGUAGLIABILE.
Ho conosciuto Vincenzo 15 anni fa come collega in una società di consulenza.
Di lui mi colpirono subito energia intellettiva e desiderio di esplorare: ne fui contagiato subito. Abbiamo lavorato assieme per anni presso alcuni clienti e da lì nacque un legame insolito per quell’ambiente, l’amicizia.
Anni dopo ci riunimmo in un’altra società del settore abbigliamento e calzature operante a livello internazionale. Riaffrontammo assieme il riposizionamento del marchio sulla “grande rete web”: io dall’Italia e lui dagli Stati Uniti.
Oltre al lavoro ci univa sempre di più l’interesse comune per le cose nuove e un viaggio assieme lungo la costa Est degli Stati Uniti saldò ancora di più la nostra amicizia.
Anche ora, dopo tanti anni, e pur in aziende diverse, Vincenzo per me, oltre che un amico, costituisce un riferimento intellettuale di stimolo ineguagliabile.
L’innovazione fa parte del suo DNA.
Ma la sua energia umana e sensibilità non si sono mai dissolte negli anni.
Vincenzo è un amico a cui non ci rinuncerei mai… più.
Giorgio Bruno, Professore di Ingegneria del software Politecnico di Torino.
ANTICIPATORE DEI TEMPI.
L’impegno di Vincenzo nell’innovazione è un tratto della sua personalità.
Basti ricordare che oltre vent’anni fa iniziai con lui a occuparmi di processi di business (modellazione, simulazione, prototipazione) quando questa disciplina muoveva i primi passi e in Italia pochissimi cominciavano ad occuparsene.
Umberto Bussolati Dell’Orto, Senior Partner Spencer Stuart.
CULTURA “OLIVETTIANA”.
Ci sono alcune cose che Vincenzo ed io abbiamo in comune come la passione per il mare, la vela, l’innovazione e … i capelli bianchi (i suoi molto meno dei miei). Ma c’è un elemento importante che segna le nostre esperienze professionali e di vita e sono gli anni, tanti ed intensi, che abbiamo trascorso in una meravigliosa azienda, un grande patrimonio del nostro Paese, che nessuno che non fosse italiano sarebbe stato così bravo come noi a depauperare e distruggere (in modo
simile a tante altre straordinarie imprese nazionali scientificamente demolite dal nostro spirito provinciale più interessato al particolarismo che al bene comune).
L’azienda di cui parlo è l’Olivetti.
Come la famiglia e le amicizie, le imprese in cui si nasce e cresce professionalmente plasmano l’individuo e contribuiscono a determinarne le caratteristiche distintive manageriali, tecniche, umane. Vincenzo esprime nei suoi tratti la parte più nobile della forte cultura olivettiana in cui l’orgoglioso radicamento “valligiano” si sposa con la grande capacità di affermarsi nel mondo; in cui gli “aridi” (cosiddetti) aspetti tecnologici si coniugano con il profondo senso etico e la cultura umanistica; in cui l’eccellenza raggiunta è sempre accompagnata da una positiva umiltà pronta ed aperta a nuovi apprendimenti e nuovi contributi di pensiero scevra, da arroganze intellettuali.
Chi potrebbe mettere in dubbio che Vincenzo abbia sangue e carattere oscombro, capace di affrontare sfide impegnative e resistere graniticamente alle avversità ed alle secolari aggressioni dominatrici? Ma quale internazionalità si porta dietro e quale capacità di comprendere ed integrarsi in mille culture diverse!
Cittadino del mondo, è a suo agio nel discutere con i più sofisticati venture capitalist della Silicon Valley, e nel contempo a relazionarsi con gli imprenditori “parun” delle valli bergamasche.
Chi potrebbe sfidarlo in qualche disputa informatica o “multimediatica” senza sentirsi incompetente o arretrato? (peraltro quello che ti fa rabbia è che la sua competenza non viene calata dall’alto ma scopri parola dopo parola, in modo
gentile, che l’aforisma di Wittgenstein ti si addice:
“su ciò di cui non si può parlare chiaramente, è meglio tacere”.
Tuttavia quale attenzione all’interesse dell’impresa e dell’individuo, quale passione ed apertura mentale! Sono doti che gli permettono di interpretare l’innovazione tecnologica al servizio del contesto umano ed organizzativo e a questi subordinarla per diventare elemento di accrescimento di valore economico e sociale. Chi non guarda con ammirazione ai successi professionali raggiunti da Vincenzo, dalla leadership di un centro di sviluppo tecnologico mondiale per la
più importante azienda italiana di informatica, alla partnership di una delle principali società di consulenza; alla guida operativa della principale società di ricerca applicata del nostro Paese?
Eppure con quanta semplicità e disponibilità (e talvolta malcelata timidezza) si pone nei confronti di qualsiasi interlocutore.
Potrei continuare citando altri elementi peculiari di Vincenzo o facendo domande del tipo “cosa fa in ufficio tutti i giorni alle cinque del mattino?” ma per limitazione di spazio e rischio di retorica mi fermo.
Vorrei però citare un’ultima sua caratteristica che più di altre mi appare vivida: Vincenzo non è mai banale o superficiale. In tutte le sue manifestazioni esprime preparazione, acutezza, profondità di analisi, elaborazione di pensiero.
La dimostrazione più emblematica ricorre durante il periodico scambio di auguri natalizio quando al ricevimento del suo sempre puntuale e graditissimo presente ci diciamo in famiglia:
“dove lo va a scovare e come gli vengono queste idee?”.
Grazie Vincenzo e tante congratulazioni!
Marco Costaguta, Managing Partner Italia Bain & Company.
DIVERTIRSI LAVORANDO.
Vincenzo riassume splendidamente tutte le caratteristiche fondamentali per sviluppare innovazione: ha competenze tecniche avanzate, esperienza di business di grande spessore, profondità umana per capire le persone e valutare l’interlocutore, e l’entusiasmo del pioniere, che stimola e incoraggia.
È raro trovare una persona che dispone di tutti questi talenti, e una fortuna e un gran divertimento lavorare con lui.
Sono felice del riconoscimento che gli è stato attribuito.
Piergiuseppe Dolcini, Presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.
PASSIONE PER L’INNOVAZIONE.
La mia conoscenza di Vincenzo Russi risale al 2008, quando ha concorso, come Direttore generale e Tecnico di CEFRIEL, alla nascita di RINNOVA Srl, la società strumentale voluta dalle Fondazioni di Forlì e di Cesena per creare un rapporto più stretto ed efficiente tra mondo accademico e mondo delle imprese.
Per questo risultato le competenze di Vincenzo Russi, associate al suo acume ed alla sua prontezza, si sono rivelate particolarmente importanti; devo dire determinanti per la costituzione della società e per il buon avviamento della
stessa.
Ma le sue qualità, quelle che sono più compatibili e che normalmente mi fanno superare l’istintiva diffidenza che provo per i “tecnici”, sono altre.
Non è solo un tecnico estremamente preparato ed esperto (questo lo testimonia il suo curriculum vitae più di quanto non possano fare le mie parole), ma è una persona “umanamente colta”, un uomo che sa trasmettere la sua passione per la ricerca di soluzioni e prospettive sempre nuove, e che – anche in momenti di
particolare difficoltà per il nostro Paese come quelli presenti – non perde mai la capacità di guardare avanti.
Una persona, in poche parole, che ha reso sicuramente onore alla sua terra d’origine, la Frentania, e che merita un plauso per il suo lavoro.
Mario Gazzola, Partner di Pavia & Harcourt LLP New York USA.
LEADER ANTICIPATORE.
I first met Vincenzo Russi when he came to the Unites States to lead FILA’s online operations.
I was immediately struck by Vincenzo’s extraordinary ability to analyze an issue or problem, dissect it into its component parts and variables and immediately find a solution.
At FILA Vincenzo created an online sales and marketing operations system which was several years ahead of its time, above and beyond the state of the art at that time. A truly impressive feat.
Vincenzo possesses an extraordinary talent as a leader whether it be for a project or an entire company and lead in an innovative and creative fashion.
I have worked with Italian companies for my entire career and I have never encountered any manager as talented, dedicated and creative as Vincenzo.
Congratulations Vincenzo for this award.
Dario Giambelli, Amministratore Delegato EFFE2005 Gruppo Feltrinelli S.p.A. MANAGER UMANISTA.
I membri del Comitato Promotore del Premio hanno già fatto la loro scelta che, lo voglio dire subito, condivido con la massima partecipazione e hanno fatto entrare Vincenzo Russi in quell’importante Albo degli Insigniti che già la dice lunga sulle qualità e sulle capacità dei Frentani.
Non potrò dunque aggiungere molto alla lungimirante valutazione se non alcune mie considerazioni da una prospettiva un poco diversa.
Il Premio si propone di dare un riconoscimento a persone che si siano distinte nel campo delle scienze, della cultura, dell’arte, della economia e delle professioni. Direi che Vincenzo Russi possa essere considerato come l’esempio di una persona che ha saputo distinguersi in ciascuno di questi campi, come studioso, docente e manager.
Il suo curriculum e gli incarichi che gli sono stati conferiti testimoniano ampiamente le sue competenze professionali, culturali e scientifiche – non saprei dire nulla sui suoi contributi nel campo artistico ma magari anche in questo
settore potrebbero esserci doti ignote ai più – e non potrei aggiungere nulla di significativo sul tema ma posso certamente aggiungere qualche considerazione su un campo non previsto, non ortodosso ma non meno importante per determinare il successo di una persona, le Relazioni Umane.
Conosco Vincenzo Russi da pochi anni ed ho avuto con lui solo rapporti di lavoro.
Lui e CEFRIEL, la società che con grande successo dirige, erano i consulenti di un gruppo editoriale nostro concorrente e come tali, nell’ambito di un possibile progetto congiunto, ci hanno illustrato alcune loro analisi e proposte.
Da quel giorno abbiamo lavorato insieme a un progetto, gli e-book e l’editoria digitale, che ha visto la creazione di un nuovo sistema e di una nuova società voluta e partecipata da tre gruppi editoriali che normalmente sono in competizio-
ne ma che sono stati capaci di lavorare insieme a un progetto comune.
E da allora lui e il CEFRIEL sono diventati anche consulenti del Gruppo Feltrinelli lavorando su progetti specifici ma, soprattutto, aiutandoci a comprendere e a confrontarci con il futuro che l’evoluzione tecnologica sta preparando.
Ebbene, in tutto questo periodo ciò che, per me, è emerso in modo significativo è stata la capacità di Vincenzo di tenere sempre in primo piano l’elemento umano:
– nell’ambito dello specifico contributo professionale, sapendo interpretare le evoluzioni tecnologiche in relazione ai comportamenti umani e sapendo prefigurare il futuro non solo come frutto delle scoperte scientifiche e delle evoluzioni tecnologiche ma anche alla luce del potenziale e dei limiti degli individui;
– nell’ambito delle relazioni con il cliente, noi e gli altri editori che con noi si sono impegnati nel progetto, moderando le contrapposizioni, talvolta non solo aziendali ma anche personali, mantenendosi equidistante e ricercando equilibri tra le varie opportunità e le differenti posizioni;
– nella conduzione del team di professionisti impegnati nel progetto, dando suggerimenti, dirigendo e indirizzando il lavoro ma sempre senza prevaricare il ruolo di ciascuno e anzi dando risalto e spazio al contributo e alle capacità di
ognuno di loro.
Potrei continuare a lungo, ma credo di aver adeguatamente espresso il mio pensiero.
Mi piace pensare che Vincenzo Russi sia, come si diceva una volta, un umanista nel senso definito da Protagora
«… di tutte le cose misura è l’uomo, di quelle che sono, per ciò che sono, di
quelle che non sono per ciò che non sono»,
uno studioso, un docente, un manager umanista, merito non di poco conto.
Giulio Lattanzi, Direttore Generale RCS Quotidiani Precedentemente Amministratore Delegato RCS Libri.
COMPAGNO DI RACCONTI.
Conosco Vincenzo da una decina d’anni. Per occupare posizioni di leadership a lungo e in settori diversi come quelli via via occupati da Vincenzo occorrono certamente più che solide competenze professionali (e basta scorrere il curriculum di Vincenzo a garantire questo aspetto).
Tuttavia oggi, nella gestione sempre più complessa delle organizzazioni manageriali, o, detto più semplicemente, nel fare business queste qualità non bastano più. Far lavorare competenze diverse al raggiungimento di un obiettivo comune richiede caratteristiche di leadership nuove.
Ecco, Vincenzo coniuga elevati livelli di competenze manageriali con tre ingredienti cruciali: la grande empatia, una curiosità vivace che ac-
compagna a un entusiasmo per la novità quasi fanciullesco e una straordinaria capacità di ascolto.
Qualità che fanno di lui un partner di business affidabile, sicuro e mai scontato, ma anche un piacevolissimo compagno di chiacchiere “out of the record”, capace di sorprenderti sui temi più disparati.
Trovo molto bello che la sua città natale abbia deciso di premiarlo per questo.
Andrea Macario,
allora: da Stagista a Manager in Cap Gemini Ernst & Young Italia, dove Vincenzo era Vice President e fondatore della practice di e-Business;
oggi: Nokia Location & Commerce Director, Advertising & Commerce
IL MIO MAESTRO.
Si dice che nella vita ci sia sempre da imparare, e io concordo. In genere per imparare si deve faticare: osservare, fare, sbagliare, rifare; altre volte va meglio e capita di imparare qualcosa per puro caso. Molto raramente succede invece di
avere l’incredibile fortuna di incontrare un maestro che ha contenuto forma, metodo e passione di insegnare. E quando succede è come vincere la lotteria! Vincenzo è stato ed è questo per me così come per molte altre persone. Il suo contenuto è brillante e parte dal presupposto che la tecnologia è un agente abilitante, ma la sua adozione è dettata dalla misura in cui le sue applicazioni permettono di migliorare ciò che esiste.
La forma è esplosiva. Non ho incontrato nessuno capace di non farsi affascinare da una conferenza, una presentazione o un semplice colloquio con Vincenzo. Spesso appuntamenti di mezz’ora si trasformano in maratone in cui l’interlocutore finisce per cancellare gli appuntamenti del resto della giornata.
Il metodo è evolutivo. Ogni stimolo indipendentemente dalla provenienza – media, conversazioni, avvenimenti – aggiunge, affina, conferma, confuta o rimette in discussione la tesi del progetto o dei progetti in corso. Il risultato – per i suoi
collaboratori – è spesso un messaggio in segreteria telefonica, tipicamente verso le 5 del mattino in cui Vincenzo espone una nuova idea da testare.
La passione è travolgente. Vincenzo è un fiume in piena e riserva le sue idee migliori per stimolare l’ultimo arrivato, il cervello più fresco con cui può passare ore a dibattere – che so – sulla forma di una curva di adozione o sulla migliore rappresentazione grafica del concetto di re-intermediazione.
Il suo successo professionale è notevole, così come è straordinario, specie di questi tempi ed in questo paese, l’impatto e l’influenza internazionale che sotto la sua guida il CEFRIEL ha conquistato come motore di innovazione al servizio delle aziende attraverso applicazioni intelligenti delle più moderne tecnologie. Penso però che sia ancora più importante l’impatto che Vincenzo ha attraverso le persone che ha formato.
Per quanto mi riguarda il manager che sono ora, le idee che esprimo, i prodotti che sviluppo e i miei primi passi nel guidare le persone più giovani che lavorano con me, sono in gran parte il frutto del percorso fatto con Vincenzo che ha investito una enorme quantità di tempo, energia ed entusiasmo nel giovane neo laureato di una dozzina di anni fa.
Stefano Mauri, Amministratore Delegato Gruppo Editoriale Mauri Spagnol Presidente Gruppo Editori Varia, Associazione Italiana Editori.
FABBRO DELL’INNOVAZIONE.
Ho conosciuto Vincenzo Russi nel corso dell’elaborazione di una operazione piuttosto complessa. Sapevamo cosa dover affrontare ma non sapevamo ancora come farlo. Come editori siamo sempre animali un po’ particolari. Il nostro mondo somiglia alla marineria. È un mondo che distilla 500 anni di esperienza di una delle industrie di serie più antiche del mondo, quella editoriale. E come marinai abbiamo il nostro gergo, la nostra particolare visione del mondo, del business e del marketing.
Sovente i consulenti che si occupano d’altro non ci prendono sul serio e non vengono presi sul serio da noi. Noi ci sopravalutiamo e gli altri ci sottovalutano e la cosa è sempre piuttosto evidente.
Con la squadra di ingegneri capitanata da Vincenzo le cose sono andate molto diversamente. Insieme ci siamo fatti un’idea del nuovo mondo digitale che sta irrompendo sulla scena editoriale. Ci siamo capiti pur partendo da posizioni e visioni molto diverse.
Se questo è successo credo sia certamente perché, pur avendo ognuno il proprio bagaglio, chi tecnico chi esperienziale, abbiamo intravisto nell’altro una caratteristica non comune come dovrebbe essere: la curiosità.
La seconda cosa che ci accomuna è che certamente non ci perdiamo d’animo facilmente, se no non riusciremmo ogni giorno a entusiasmarci per un nuovo libro. E nemmeno Vincenzo molla la presa facilmente.
Ma quel che più ha fatto la differenza è stato forse lo sguardo ‘prensile’ e vivace di Vincenzo, i cui occhi sono sempre in movimento come se stessero pensando anche loro. Quando nel brainstorming sta emergendo un concetto nuovo, utile ad aprire nuove strade, Vincenzo è il primo ad afferrarlo e a rigirarselo nella mano, come un fabbro, lasciando che il calore delle altre intelligenze al tavolo lo temperi, modellandolo finché è incandescente, e lo affini fino a farne un’arma
per affrontare il futuro.
Così è nata Edigita, una società specializzata nella distribuzione degli ebook che dopo un mese era già leader del nuovo mercato. Dopo sei mesi vantava già un milione di fatturato, perfettamente inserita in un budget disegnato con Vincenzo ed i suoi ingegneri quando il mercato dell’ebook nemmeno esisteva e non c’era nessun riferimento possibile relativo al nostro Paese.
Non mi stupisce apprendere che Vincenzo viene da terre dove per emergere bisogna lottare.
Filippo Passerini, Group President and CIO The Procter & Gamble Company
Cincinnati OH USA.
UN UOMO DI NETWORK.
Ho avuto il piacere di conoscere e lavorare con Vincenzo da oltre tre anni.
Sembrano però molti di più. Questa è infatti una delle caratteristiche di
Vincenzo: una persona che si ha l’impressione di conoscere da sempre.
Vincenzo unisce due qualità rare, che fanno di persone valide e capaci delle persone eccezionali: un grande acume e “fiuto” nel business e delle forti capacità interpersonali. Questo rende facile e piacevole lavorare e interagire con lui.
La cosa che mi ha colpito di più inizialmente, e che ancora noto con piacere ogni volta che ci incontriamo, è il suo grande entusiasmo e la sua passione.
Questo è stato un ingrediente fondamentale, a mio parere, insieme alla grande esperienza internazionale, per raggiungere i notevoli traguardi professionali che conosciamo.
La sua energia, la sua mente aperta al cambiamento e a nuove possibilità, lo rendono infatti un leader – sia nei confronti delle persone che sul piano strategico di business.
Vincenzo è un uomo di “network”.
La sua abilità nel creare connessioni, sia tra idee che tra gruppi diversi di persone, è una qualità estremamente importante, ed ancor più lo sarà negli anni a venire.
Il mondo si sta, infatti, rapidamente evolvendo in quella direzione.
Vincenzo coniuga inoltre due estremi – che come tali, per definizione, sono rari – e che apprezzo molto: una buona dose di umiltà e di self-confidence.
Come tutti i “paradossi”, quando si realizzano, hanno un effetto dirompente.
È un piacere ed un privilegio lavorare con Vincenzo e poterlo definire mio amico.
Spero che questo piacere possa durare e rinforzarsi ancora negli anni a venire.
Ci conto molto.
Giorgio Riva, Direttore Generale RCS Digital Amministratore Delegato Edigita
Board Member On Line Publisher Association Europe.
TENACE, VISIONARIO, ENTUSIASTA
In tutti questi anni, e sono più di 10, ho avuto modo di conoscere Vincenzo come professionista e come amico.
Per descrivere Vincenzo si potrebbero utilizzare molti aggettivi, ma, dovendo per forza essere sintetico, mi limiterò a elencarne tre.
Vincenzo è un “fantastico” tenace – visionario- entusiasta.
Tenace perché riesce sempre a perseguire e conseguire gli obiettivi professionali prefissati, anche quando questo significa essere a Cincinnati, Milano e Londra nell’arco di 48 ore.
Visionario perché, qualsiasi sia il settore industriale di applicazione, in breve tempo riesce a comprenderne le componenti fondamentali e a proporre nuove idee innovative di sviluppo.
Entusiasta perché nelle relazioni, nelle amicizie, nel lavoro, a cena, in riunione, al telefono, insomma sempre, è capace di trasmettere energia ed entusiasmo in modo sempre coinvolgente e sorprendente.Vincenzo, un amico e una persona ricca e vera!
Serenella Sala, Partner Hegon Zehnder International.
CONTAGIOSO E APPASSIONATO.
Vincenzo e io ci siamo conosciuti nel marzo del 2008, lui cliente, io fornitore. Da allora, dopo i primi tre mesi di collaborazione stretta, ci saremo incontrati al massimo una decina di volte. Eppure, oggi lo annovero nel gruppo degli
amici.
Non conosco molte persone che abbiano lasciato in me un’impressione così forte e con cui si sia creata un’intesa in così poco tempo e, tutto sommato, con poche occasioni di vita comune.
Che cosa può aver fatto la differenza?
In prima battuta, le molte cose interessanti che Vincenzo ha da dire: io sono abituata al contatto con le aziende di tecnologia, ma la tecnologia non è sempre sinonimo di innovazione e di creatività. Il modo in cui Vincenzo vive la sua vocazione tecnologica, invece, è affascinante e “diverso”: non parte dalla tecnica, ma da una visuale del mondo e di come potrebbe essere.
Vincenzo sviluppa nuovi modi per lavorare, per ascoltare i consumatori, per collaborare con i fornitori. Le sue idee, che traduce assieme a CEFRIEL in idee di business per i clienti, spostano più in là la frontiera del possibile.
E il modo con cui sposta questa frontiera è così entusiasmante e contagioso! Vincenzo è appassionato, traboccante di convinzione e di energia. Il mondo che ha immaginato, lo vuole anche realizzare. E la sua passione lo rende “seducente”, nel senso etimologico del termine: “conduce le persone a sé”, le affascina, crea una visione condivisa, su cui riesce a catalizzare forze, investimenti, progetti. Vincenzo è un imprenditore, ha un sogno, e sa condividerlo e farne realtà.
Questo è vero anche del sogno che ha nel cuore per CEFRIEL: per lui CEFRIEL non è un’entità aziendale, un veicolo per fare determinate cose.
È un essere vivente, in continua evoluzione, un organismo che deve crescere e cambiare, anche correndo dei rischi. E in questo affrontare i cambiamenti, Vincenzo sa mettersi in discussione – cosa insolita per un imprenditore: sa chiedere e ascoltare, sa intessere il pensiero di altri dentro al proprio.
Infine, di Vincenzo mi colpisce la semplicità, come la prima volta che – in un sms di auguri di Ferragosto – invitò me e la mia famiglia a condividere qualche giorno di vacanza con sé e la sua famiglia. Lo fece in un modo così semplice e diretto da superare d’un colpo il mio riserbo un po’ nordico. Questa sua capacità di farsi vedere intero, come una persona “vera”, con emozioni e affetti, è una caratteristica rara: il mondo aziendale è spesso restio alle emozioni, ma Vincenzo
non le nasconde, anzi le vive e le condivide intensamente.
Da bambini si faceva il gioco “e se fosse …?”, per riconoscere una persona da una metafora dei suoi tratti: “e se Vincenzo fosse un fiore?” Sarebbe un ibisco, un ibisco rosso, ricco, generoso, coraggioso: non puoi non notarlo, non vederlo
proiettato al di là di se stesso, non sentirne la forza …
Ma sono più contenta che sia Vincenzo, un amico che la vita mi ha regalato e di cui ammiro la testa e il cuore.
Michele Scannavini, President Coty Prestige Paris – New York.
LAVORO DI SQUADRA.
Ho conosciuto professionalmente Vincenzo più di dieci anni fa, quando ricoprivo la carica di CEO di Fila, gruppo italiano leader nel settore dello sportwear.
Dopo averlo visto all’opera in qualità di consulente per una serie di problematiche legate alla supply chain e ai sistemi informativi, gli proposi di assumerlo per guidare la start up di una company, basata a Boston, con la missione di sviluppare E-communication e E-commerce per Fila a livello globale.
Vincenzo accettò con entusiasmo, mostrando la sua innata propensione all’innovazione e il suo spiccato spirito imprenditoriale.
Ricordo di Vincenzo la sua straordinaria sensibilità per tutte le tematiche inerenti la tecnologia e l’innovazione, la sua inesauribile energia, la sua leadership e la sua grande attenzione allo sviluppo professionale e personale del suo team.
Sono molto contento che sia stato scelto per questo prestigioso riconoscimento che merita pienamente, in virtù delle sue grandi qualità professionali ed umane.
Gianni Tognoni, Direttore del Consorzio Mario Negri Sud Santa Maria Imbaro.
SCOMMESSE DI FUTURO.
Sono probabilmente l’ultimo – certo per ragioni di cronologia – ad essere legittimato a dire un “perché” su questo riconoscimento di Vincenzo Russi. E, chi sa, forse la giustificazione più ragionevole è proprio il tempo recente del nostro conoscerci, ed il suo “luogo”, così “frentano” come il Mario Negri Sud, dove è iniziata una collaborazione piuttosto insolita con il CEFRIEL, diretto da Vincenzo, finalizzata alla elaborazione di un modello efficace di controllo e razionalizzazione
della spesa sanitaria, volto a tutelare il diritto alla salute dei cittadini pur in un momento economico del Paese così difficile. Tutto ciò, in una fase di riorganizzazione del Mario Negri Sud che, come altri Istituti di ricerca, soffre per le tante difficoltà di questi tempi di crisi e trova la sensibilità di un lancianese “emigrato” che scommette con il Negri Sud, e per il suo territorio, su un’idea di futuro.
L’incontro – divenuto presto amicizia, filtrato com’era attraverso conoscenze di lunga data – è il prodotto di una reciproca ed opposta migrazione geografica (tra Lanciano e Milano, ma passando per il mondo, molto del Nord per Vincenzo, molto anche del Sud, per chi scrive), che ha come quadro di riferimento una condivisa curiosità di confrontare-integrare un’ipotesi che si è ormai a lungo, per strade diverse, ma complementari, sperimentata: in un mondo fatto di gerarchie ed istituzioni ripetitive, ha senso ed è possibile creare spazi, strumenti, prospettive dove “minoranze e periferie” possono prendere la parola non per “concessione” delle macroistituzioni, ma per indicare in modo originale nuove direzioni, proporre risposte a domande che ancora non ne hanno, fare della ricerca un interlocutore riconoscibile-riconosciuto perché provocatore di diversità e futuro.
L’intuizione iniziale di una reciproca complementarietà sta divenendo ricerca che prova a coniugare la logica-capacità di intelligenza ed efficienza tecnico-tecnologica del gruppo “inventato” da Vincenzo, in un settore tanto competitivo, con la pazienza-impaziente che è propria della ricerca di base in medicina e nella salute pubblica.
Come tutti gli incontri di reciproci “migranti” tra i Nord ed i Sud del mondo, è un’ipotesi culturalmente “meticcia”, nel senso più originale, creativo e liberante del termine: perché ne dice la vocazione, capacità di nuovi sguardi, linguaggi, prodotti.
Per definizione, il futuro non è tutto pre-definito: Vincenzo Russi lo vive, interpreta e orienta continuamente nel suo lavoro: non ci può essere – per noi e per lui – augurio e garanzia migliori per un’avventura di collaborazione nella sua e nostra Frentania.
Gianni Toniolo, Professore di Storia Economica Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Research Professor alla Duke University, Durham, North Carolina, US.
ANTICHE VIRTU’.
Ho conosciuto Vincenzo Russi sette anni fa. Non si è trattato di un incontro casuale. La Fondazione di Venezia, della quale facevo parte, cercava un partner per una piccola joint venture che favorisse il trasferimento di tecnologia dall’università alle piccole e medie imprese del Nord Est. Dopo non poco cercare, ci eravamo convinti che il partner ideale avrebbe potuto essere il CEFRIEL.
Ma non li conoscevamo. Il primo incontro con Vincenzo Russi e Alfonso Fuggetta non fu facilissimo. Vi era, da parte loro, una comprensibile diffidenza: non eravamo conosciuti nell’ambiente della Information and Communication Technology e ci presentavamo, forse, con un progetto un po’ confuso.
Ci vollero un po’ di tempo e qualche altro incontro perché il ghiaccio si rompesse e il CEFRIEL accettasse la sfida che proponevamo e che si sarebbe tradotta, tempo dopo, in una piccola società, Nesting, che tuttora lega Cefriel e la Fondazione di Venezia.
Fu così che conobbi Vincenzo.
Con il passare del tempo non solo siamo diventati amici ma, con la conoscenza è cresciuta la mia stima per Vincenzo.
Non sono probabilmente la persona più adatta per dire del suo profilo professionale di grande successo come manager negli Stati Uniti e in Italia.
I risultati del CEFRIEL, per i quali condivide il merito con Alfonso, sono lì a dimostrarlo.
Quando parlano i fatti, non serve aggiungere parole.
Posso, invece, dire delle qualità umane di questo abruzzese trapiantato a Milano ma rimasto, come succede a molti di coloro che nascono in quella terra, fedele ad alcune virtù antiche: il valore dell’amicizia, la lealtà, e quella giusta dose di indispensabile “cocciutaggine” senza la quale è difficile costruire qualcosa di solido e duraturo.
Abbiamo lavorato insieme: in questa collaborazione Vincenzo non ha mai fatto pesare la mia evidente incompetenza, ha preferito guidarmi con il consiglio e con un’azione costante e discreta.
La sua qualità maggiore è la capacità di motivare chi lavora con lui, in particolare i giovani, soprattutto mostrando loro con pazienza come si lavora, facendo crescere a poco a poco le persone secondo le capacità di ciascuno.
È questa, per quanto posso capire, una delle cifre più importanti del leader.
Meriterebbe il Frentano d’Oro anche solo per questa straordinaria qualità.
Francesco Trabucco, Professore di Disegno Industriale Politecnico di Milano DIRETTORE D’ORCHESTRA.
La cosa che, all’inizio, più mi ha colpito di Vincenzo Russi è stata la straordinaria generosità intellettuale: per prima cosa ti accorgi che è disponibile ad ascoltarti, cosa per lo più assai rara, ma subito dopo capisci che è disponibile ad accreditarti un valore intellettuale e personale che di solito sappiamo bene di dover lottare duramente per fare accettare.
Sono convinto che questa dote faccia di Vincenzo un fantastico direttore d’orchestra: non ci metti molto a capire che conosce meglio di tutti lo spartito, il ritmo, la melodia, ma ti dà sempre la sensazione di guardare negli occhi proprio te, che da te si aspetti il meglio, che da te dipenda tutto il concerto … e tu dai il meglio, sempre.
E sei felice di farlo.
Infine Vincenzo è la persona più veloce che io conosca: capisce cosa stai dicendo prima che tu abbia finito di dirlo, coglie al volo il centro della questione, decide in un secondo e … ti obbliga a correre, per stargli dietro, sempre che tu ci riesca.
L’orchestra di Vincenzo? Un gruppo fantastico di centocinquanta ingegneri e ricercatori informatici, elettronici, fisici, meccanici, designer, esperti di comunicazione.
Lo spartito? Generare innovazione, trascinare il sistema delle imprese verso un futuro senza complessi, dare senso a un’ idea di eccellenza italiana nel mondo.
Insomma una speranza per tutti.
Giorgio Valerio, Consigliere in Società Media e E-commerce, Precedentemente Amministratore Delegato RCS Quotidiani e Unedisa El Mundo Madrid.
CARICA MOTIVAZIONALE.
Sarebbe lungo e noioso elencare tutte le preziose qualità umane e professionali dell’amico Vincenzo, il fatto stesso che sia oggetto di un premio tanto importante quanto prestigioso ne sono la miglior testimonianza. Mi limito, quindi, a sottolineare un tratto del suo profilo che ho particolarmente apprezzato e che, a mio avviso, lo rende una persona davvero speciale.
Ci conosciamo da quasi 15 anni durante i quali ho avuto il privilegio di collaborare e confrontarmi con Vincenzo su svariati progetti che insieme abbiamo ideato, sviluppato e gestito.
Sempre, e sottolineo sempre, in questi progetti Vincenzo non si è distinto “solo” per eccellenti livelli di competenza, serietà e rigore professionale – qualità ben presenti nel suo DNA – ma ha apportato un contributo di entusiasmo e passione che il più delle volte è risultato l’elemento determinante per il buon esito del lavoro.
Questo è il motivo per cui con Vincenzo non esistono “mission impossible”: ogni volta la sua energia positiva e la sua carica motivazionale rendono raggiungibili anche gli obiettivi più sfidanti!
Claudio Graziani, Neo Ingegnere Elettronico al Politecnico di Milano.
STIMOLO PER I GIOVANI.
Ero seduto nella mia camera a Milano e preparavo l’ultimo esame universitario in un soleggiato pomeriggio di maggio quando ho ricevuto una telefonata dall’amico Ennio De Benedictis. Non potevo di sicuro immaginare che quella conversazione mi avrebbe portato a conoscere una persona splendida.
Ma andiamo con ordine: Ennio era, come sempre negli ultimi anni, indaffaratissimo per l’organizzazione del Frentano d’Oro e stava valutando diverse candidature. Fra queste spiccava quella di Vincenzo Russi, personalità di enorme
calibro nel mondo della tecnologia dell’informazione e della comunicazione, il settore oggigiorno identificato dall’acronimo inglese ICT.
Da ormai abile talent scout, Ennio aveva ampiamente colto il valore della candidatura di Vincenzo, ma qualche difficoltà era suscitata in lui dalla poca familiarità con gli argomenti ed i concetti specifici del settore ICT. Da qui la ragione della richiesta per me di una piccola consulenza tecnica, che sono stato ben contento di offrire, seppure con l’inevitabilmente limitata esperienza di un laureando in ingegneria elettronica.
La conoscenza di Vincenzo è così iniziata dalla lettura, o meglio, dallo studio del suo curriculum, una cosa da lasciare sbalorditi per la ricchezza di esperienze e di risultati professionali; ne emerge una personalità prorompente ed affascinante, senza alcuna esagerazione un miraggio per un giovane come me che si appresta a chiudere la parentesi universitaria per aprire quella lavorativa.
Pertanto non potevo non immaginare questa persona come inavvicinabile, di quelle, per intendersi, che suscitano un invalidante timore reverenziale.
Quando ho richiamato Ennio per i chiarimenti richiesti, si è profilata l’occasione di una conoscenza diretta: Ennio mi ha infatti chiesto di accompagnarlo al suo primo incontro con Vincenzo, tenutosi poi in un clima di gradevolissima cordialità in un pomeriggio dei primi giorni di luglio; scenario di questo incontro uno storico
bar del Corso di Lanciano.
Ebbene, quella mia sensazione istintiva non poteva essere più sbagliata: Vincenzo – mi ha infatti chiesto di dargli del tu pochi minuti dopo esserci presentati – mi ha subito dato l’impressione di un’amicizia di lunga data. Affabile e gentilissimo, nel poco tempo trascorso insieme ha trovato il modo di interessarsi a me, al mio percorso di studi ed alla mia tesi, nonostante le giustamente numerose domande postegli da Ennio per approfondire la sua conoscenza, domande alle quali ha risposto con sorprendente umiltà.
Nel salutarci, Vincenzo mi ha detto:
“Passa a trovarmi nel mio ufficio a Milano non appena ti laurei”.
Non me lo sono fatto di certo ripetere: una ventina di giorni dopo, fresco di laurea in ingegneria elettronica, mi sono messo in contatto con lui che immediatamente si è reso disponibile. Sono quindi andato a trovarlo nel suo ufficio al CEFRIEL. Soprattutto per chi come me ha frequentato il Politecnico, CEFRIEL è simbolo di eccellenza e qualità ed io avevo avuto il privilegio di conoscere colui che da anni lo dirige…incredibile!
Vincenzo mi ha accolto come un caro amico nel suo ufficio pullulante di libri sui più svariati argomenti, presentandomi anche Luca e Laura, due suoi collaboratori, persone altrettanto squisite. Abbiamo parlato delle mie prospettive per il futuro ed ho cercato di raccogliere ogni sfumatura delle sue riflessioni.
Ma il consiglio che nella mia mente ho stampa- to a caratteri cubitali è stato questo:
“Claudio, investi sulla tua formazione; che tu resti in Università per il dottorato o che tu vada a lavorare in Azienda, individua un ambiente e delle persone che ti portino a diventare bravissimo in una specialità che ti piace, anche se ciò vuol dire guadagnare meno di molti tuoi colleghi per alcuni anni. So che a volte può essere frustrante, ma solo una competenza verticale di alto livello può consentirti di acquisire in una successiva fase della tua carriera una conoscenza trasversale ricca e consapevole”.
Al momento di congedarmi mi sorride, mi mette una mano sulla spalla e, con fare scherzosamente circospetto, mi dice:
“Però, caspita, due bocconotti potevi anche portarmeli… mi mancano così tanto!”.
Si ringrazia per il fondamentale generoso sostegno dato alla manifestazione del Frentano d’Oro:
Il Comune di Lanciano, nella persona del Sindaco, Dr. Mario Pupillo,
il Gruppo Edmondo Costruzioni,
la Società Elle Ricambi,
il Frantoio Staniscia sas di Nicola Staniscia, C/da Madonna del Carmine, 98
Lanciano.